Biscottino è il nome che mi sono dato da fotografo, con questo nome corro coi Podisti da Marte. Andrea è il nome che porto nella vita, vita che con me è stata gentile mi ha dato amaro e dolce, luci ed ombre, amore ed odio.

mercoledì 12 gennaio 2011

Una bella storia

Quando ero ragazzo ho sempre pensato che fossero azioni ed eventi ciclopici a cambiare in modo radicale la vita delle persone, mi chiedevo quale evento misterioso e gigantesco ci fosse dietro ad una decisione importante. Ho sempre pensato che i grandi eventi facessero la nostra vita, così come ho sempre pensato che la felicità si ottenesse solo dopo aver ottenuto enormi conquiste.
Un giorno, invece, capii a mie spese che tutto questo è estremamente FALSO!

Avevo già presagito che la quotidianità, i piccoli eventi, le giornate "normali" sono la fonte e la linfa della nostra vita, quando, nel lontano 9 ottobre 2009, in una località per nulla ridente e per nulla affascinante avvenne l'evento che cambiò terribilmente la mia vita.
Il tutto, come dicevo, avvenne a Settimo Milanese, nel piazzale di una nota azienda informatica. Andiamo, però, con ordine.
Da anni conoscevo una persona, una ragazza dolce, con un sorriso splendido, la capacità di allietare, con la sua sola presenza, ogni dura giornata lavorativa. Il rapporto di lavoro si trasformò in una soffice amicizia e come tutte le soffici amicizie era fatta da pause caffè e colazioni, nulla di più, neppure un pranzo. Ricordo con piacere quelle pause caffè.
Il tempo intanto passava e il rapporto amichevole si faceva sempre più stretto, le piccole confidenze, le gioie condivise e le solite pause caffè, niente pranzo però, mi piaceva, a volte, andare da solo al parco oppure, sempre da solo, pranzare in mensa; raramente qualche Kebab in compagnia del Leo, un collega e amico. Una volta la portai a casa e ricordo che un giorno, sperando di incrociarla, tentai di passare sotto casa sua, perdendomi inesorabilmente - e non da solo - nella ridente cittadina di Cesano Boscone.
Passava il tempo e l'amicizia si faceva più forte, a volte, specie quando era freddo o pioveva, passavo a prenderla sotto casa o la riportavo, evitando pioggia e gelo, che bei ricordi che ho di quei viaggi in auto, si parlava in continuazione di ogni cosa e pian piano si è iniziato a parlare sempre più di noi. Si iniziava a condividere un disagio, che ci accomunava, coi rispettivi partners.
Insomma, questa amicizia col tempo si stringeva sempre più e sempre più ci si accorgeva che la natura ci aveva creato simili: con le stesse passioni, le stesse idee, lo stesso modo di intendere la vita. La natura, però, ci aveva diviso sia per l'età che per aver già scelto i nostri compagni di vita.
Già questi eventi, come accennavo, mi avevano fatto presagire che la vita è un susseguirsi di quotidianità, di piccoli eventi e di piccole cose, ma un giorno...
9 ottobre 2009: ero a Settimo Milanese, per lavoro, quando la mia amica Alessandra su MSN mi dice che forse sarebbe venuta a trovarmi la sera con lo scooter; ero al "Settimo" cielo, felicissimo di rivedere il suo bel sorriso ed il suo viso dolce, sapendo che quella vista mi avrebbe fatto riavere l'ottimismo ed avrebbe aiutato a superare una giornata lavorativa dura, come spesso accade in quel di Settimo. Verso sera, la conferma, passerà a trovarmi. Ero felicissimo! 
Vedo dalla finestra arrivare Alessandra con il suo "scooter cinese color grigio", felice attendo che mi chiami per scendere a prenderla. Drin! Scendo di corsa, ma senza dare nell'occhio, devo mantenere un distacco professionale.
Entriamo, beviamo un caffè della macchinetta e chiacchieriamo del più e del meno, non ricordo di cosa. Arriva però il triste momento del distacco, lei deve tornare a casa, deve rientrare. L'accompagno sul piazzale in modo che possa recuperare il suo "scooter cinese color grigio", non ricordo come, ma so che ad un certo punto, durante il saluto, lei cerca un abbraccio (lo facevamo spesso) ed in quell'abbraccio si allunga, cerca le mie labbra, io mi scosto. Lei insiste e nel secondo abbraccio mi cerca nuovamente, non resisto allungo la bocca e schiocca un bacetto. Un innocente bacetto, come spesso accade. un bacetto talmente innocente che ha fatto pure lo schiocco come accade quando si baciano sulle labbra i nipotini.
Il contatto con le sue labbra lo ricordo ancora oggi e resterà vivo in me per sempre. Saluto Alessandra, con contegno dicendole che ci saremmo visti in ufficio l'indomani. Rientro. 
Incredibile, questo bacio infantile ha scatenato dentro di me un furia di emozione, ricordo ancora che per mezz'ora circa sono rimasto inebetito a fissare il monitor del mio PC senza comprendere minimamente ciò che vi appariva. 
Che stranezza, in un attimo e con una azione innocente, vengono a cadere tutte le convinzioni e si ricostruisce un mondo nuovo.
Per me questo momento è stato una lezione di vita, un piccolo gesto, anzi piccolissimo, un gesto che accade spessissimo, un gesto come tanti, un gesto innocente aveva aperto in me una prospettiva nuova e, sinceramente, aveva fatto sorgere in me più dubbi che certezze. 
Una sola certezza ha depositato dentro di me, la certezza che i grandi cambiamenti sono legati a momenti ed eventi piccoli, a volte banali.
Mi piace pensare alla vita come all'alpinismo, mi piace pensare che la nostra vita sia come salire una montagna a piccoli passi. Piccoli eventi che cambiano tutto. 
Questa è velocemente, ma non troppo, la sintesi di anni di piccoli eventi, di sorrisi, parole e abbracci; anni che hanno permesso di arrivare a vivere, dopo tante decisioni difficili, sofferte e dolorose, con la mia Alessandra. Ripensando a tutto ciò, oggi so che il mio 2010 da favola e la mia vita attuale sono nati da un piccolo bacio innocente scoccato in una degradata cittadina della Lombardia.
Che dire, posso ancora credere che siano i grandi eventi o le grandi conquiste a portare alla felicità? La risposta è semplice: NO! non posso più crederlo, perchè un evento banale ed una serie di piccoli e normali eventi hanno stravolto la mia vita e l'hanno resa felice.
La vita mi ha dato una grandissima lezione. Grazie. 

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