Biscottino è il nome che mi sono dato da fotografo, con questo nome corro coi Podisti da Marte. Andrea è il nome che porto nella vita, vita che con me è stata gentile mi ha dato amaro e dolce, luci ed ombre, amore ed odio.

martedì 16 agosto 2011

Midnattsloppet 2011 Stoccolma

Il 18 gennaio di quest'anno eravamo tranquillamente seduti sul nostro divano quando dalle pagine di facebook un nostra amica polacca, Hanna, scrive di una corsa fantastica che si svolge di notte in una meravigliosa città: Stoccolma. Hanna, che parla molto bene l'italiano, scrive "Chi viene alla Midnattsalcazzo?" Realizziamo in un attimo che la corsa è in una città meravigliosa, che sono 10 km perfetti per il nostro programma che doveva portarci alla prima mezza maratona e senza esitare alle 22:12 del 18 gennaio eravamo iscritti. Pettorale numero 14064 per me e 14065 per Ale. Pronti e felici per aver compiuto in meno di 15 minuti una follia, iscriversi ad una dieci chilometri notturna a Stoccolma.
La serata è passata euforica, con messaggi di varie persone su facebook, chi viene, chi forse viene, chi non viene e persone da convincere, ma noi avevamo già fissi negli occhi il PDF che ci permetterà di partecipare alla Midnattsloppet del 2011.
Che serata, euforie su euforie, la corsa a Stoccolma, studi per la preparazione alla mezza e per il sabato SCI, per me un grande ritorno e per Ale la prima volta. Ricordo che l'emozione la gioia e l'euforia vibravano nell'aria nuova della nostra casetta.
Arrivò il 22, una giornata bellissima anche se fredda, qualche esitazione data dalla ruggine, ma poi i gesti, imparati da bambino, ritornavano naturali e così passava una bellissima giornata sulla neve, divertente come non accadeva da anni, intensa come tutte le mie giornate che quando divido la mia vita con Ale. In serata però il patatrac, caduta stupida e il menisco laterale si ricorda di essere messo nel ginocchio e risponde all'appello lesionandosi. La lesione del menisco aggiunta alla totale mancanza del legamento crociato portano al mio stop forzato in attesa di un intervento.  Però quella gara, alla quale mi ero iscritto pochi giorni prima, risuonava nella testa. Il mio viaggio a Stoccolma la mia 10 km a Stoccolma, quella corsa podistica che sembrava bellissima non potevano sfuggire in così poco tempo, per colpa di una stupida caduta.
Fatto sta che il 18 aprile, esattamente, 3 mesi dopo, ero alla Clinica Humanitas per l'intervento essendo però riuscito a correre sia la Stramilanina con i miei nipoti, sia la mia tappa alla MCM, sia la RUN530 di Milano, una parte dei desideri si era avverata, ma quella corsa al Nord, al freddo, nella città di Stoccolma risuonava ancora nella testa, ma vedevo anche cosa era accaduto alla mia gamba. Il 18 aprile 2011 la mia gamba non si alzava dal letto, era bendata con un tubo nella rotula e, sinceramente, la corsa si stava allontanando dai miei pensieri. nei giorni e nei mesi precedenti all'intervento credevo fosse semplice, un taglio e un po' di riabilitazione e tutto tornava come prima, ma ci sono voluti i giorni ed i mesi a seguire l'intervento per farmi capire che le mie valutazioni, sebbene reali, non erano propriamente attinenti alla realtà.
Però, accidenti, quella corsa a Stoccolma, l'avevo li sul gozzo, non mi andava giù di perdere l'occasione di correre questa corsa. Ho trovato un medico, un bravo medico, Santo Praticò (detto anche "su bene giù bene") che mi ha ascoltato, ha capito ed ha iniziato a sognare con me per ogni istante e per ogni giorno. Guardava i miei progressi e alimentava il sogno, i giorni passavano il ginocchio si stabilizzava e così nell'ultimo test del 28 luglio decidiamo che si può fare, che si può pensare di correre l'intera corsa. 
L'8 agosto mi imbarco sull'aereo che mi porterà in quel di Stoccolma, per visitare - anzi rivisitare - la città e per correre.
Il 13 trovo i miei amici marziani, Peppe coi suoi amici sardi, Hanna (la madrina dell'evento), Francesco e
Andrea; pranziamo e al mio fianco, a sostenermi, la splendida Ale.
Finalmente arriva l'ora alle 21 appuntamento allo stadio con i Marziani, saluti baci, li troviamo anche Popi, Simona "la regina delle nevi" e un ragazzo del quale non ricordo il nome amico di Hanna e Francesco.
Si vede la folla, una marea di persone con la maglietta arancione, una marea a gente che dovrà correre questi 10 km. Iniziano le mie prime preoccupazioni.
Salutiamo tutti e ci prepariamo ad andare nello stadio per depositare un borsino con dentro una felpa ed un paio di pantaloni per il dopo corsa. Peppe mi saluta e mi promette di esserci quando arriverò al traguardo, ma io sicuramente penso "se arriverò".
Entriamo nello stadio, posto dove lasciare le sacche, e veniamo accolti da un freddo devastante in un primo momento ci chiediamo se ci fosse l'aria condizionata ed il perché, ma ci accorgiamo che lo stadio è un campo di hockey su ghiaccio e la nostra borsa è finita dritta dritta sul campo gelato :) curioso luogo per mettere le borse.
Andiamo al nostro scaglione 4B, tempo previsto tra i 55 ed i 59 minuti, guardo la fascia e mi viene da sorridere, questo tempo per me non solo è irraggiungibile, ma addirittura inizio a pensare seriamente che non finirò la corsa.
Troviamo un posto tranquillo per il riscaldamento, il ginocchio Sx è diesel e deve essere scaldato bene prima di iniziare, tant'è che ai primi passi di corsa zoppico abbastanza vistosamente. Stretching, esercizi di stabilizzazione e finalmente iniziano i primi passi sciolti. Inizio a pensare che almeno 1 km dovrei riuscire a farlo.
Abbiamo deciso di correre con bandiera marziana (immeritatamente, almeno per me che di sicuro non ero un gran rappresentante) e con cappello vichingo in testa. Francesco aveva i fiori e ognuno di noi ne ha preso qualcuno da distribuire. In onore del Compa ho atteso una gran gnocca per distribuire il primo mazzolino, appena prima della partenza regalo il mazzolino ad una signora - piuttosto attempata - che mi ringrazia e mi guarda con uno sguardo amabile di chi vede in quel gesto ed in quel piccolo mazzo di fiori una cosa imponente. 
Inizia la corsa, siamo nella gabbia, attendiamo di partire. Sul palco un gruppo di ballerini ci fa danzare a ritmo di musica per aiutare e terminare il riscaldamento, la partenza viene suggellata da fiamme, insomma, una vera potenza. 
Iniziamo, il ritmo studiato con Santo per riuscire a terminare i 10 km è lento, molto lento, 7,20 - 7,40 min/km questo permette di non mettere a dura prova l'articolazione e la mia soglia aerobica che in questi mesi di inattività s'è abbassata ancor più di quanto già non fosse bassa. Inizio a correre facendomi trasportare dal Garmin e facendo attenzione a non superare quel ritmo, ottimo, corro bene, non zoppico e la gamba non mi fa male; riesco anche a conversare. BENE!
La corsa avanza e la corsa è una festa, un tripudio di gioia. Circondati da una folla Svedese che ci incita, noi, i Viking, siamo adorati, ragazzine (citando Andrea Persico "CHE RAGAZZINE) impazziscono, chiedono il 5, urlano. 
I km passano per i primi 5 tutto bene, nessun problema, ma dal quinto, purtroppo, la curva altimetrica non è più piatta e cominciano i problemi. La mia gamba, in questi mesi, è stata programmata per correre sul piano e lo scompenso muscolare sul quadricipite è ancora abbondante. Le prime salite sono dure, ma le discese ancor di più, nella discesa il muscolo debole deve evitare di andare sul legamento (che almeno adesso c'è) ma essendo debole non riesce ad impedirlo sempre e la discesa è dolorosa. Decido allora, nell'economia della gara e dell'articolazione, di camminare sulle salite impegnative e sulle discese. 
Non nego che in generale c'è ancora molta paura, paura di compromettere nuovamente il ginocchio e paura di passare - involontariamente - i limiti, insomma, paura di farsi male. Questa era la prima volta in assoluto che miei piedi ritoccavano l'asfalto, dal 15 aprile non ho mai più corso sull'asfalto.
Nei tratti camminati sentivo ancor di più la presenza della gente, gente di Svezia, che ama lo sport e che vede nella corsa un momento di festa e di gioia collettivo. 
In aggiunta alla già precaria, ed onestamente, difficile situazione durante le giornate precedenti un paio di scarpe da passeggio, che uso da 2 anni almeno, mi hanno procurato una vescica enorme intradita sul piede destro che dal 7 km ha iniziato a fare veramente male, problemi si sommano a problemi. :)
Alla fine mi porto a casa questi 10 km, riuscendo a vedere nel percorso scenari bellissimi. Sono anche riuscito a godermi le ballerine brasiliane (poi ballerine, ballerini ... la cosa è sempre dubbia) che ballavano la samba. 
Taglio il traguardo tenuto per mano dalla mia Ale. Piccola chicca finale sul traguardo uno speaker attende ed intervista a caso, attirato anche lui dalla bandiera decide di intervistare i Viking. Così tutto il pubblico al traguardo scoprono che i Viking sono italiani, non vengono da Marte, sono innamorati d questa corsa e sicuramente saranno nuovamente a Stoccolma per le prossime edizioni.
Penso ad Ale che si è penalizzata per correre con me, non nego che sono felice di averla avuta al mio fianco, mi spiace solo che avrebbe potuto correre questi 10 km con una buona performance. Ritiro la medaglia, molto bella, bevo, prendo una banana (per mangiarla, con le ballerine brasiliane in giro va precisato) e trovo Peppe che pur avendo concluso con un tempone ha mantenuto la promessa e mi ha aspettato, abbracciarlo è stato bellissimo, non avrei mai pensato di poter tornare a correre in meno di 4 mesi dall'intervento chirurgico. Sono felice! 
Alla fine guardo il Garmin e mi arriva conferma dal tempo ufficiale letto in hotel, i miei 10 sono passati in 1:23:12, un'eternità, tantissimo, ma per me un miracolo un vero miracolo. 
Questa non è la fine, oggi è il 16 e stasera dovrò tornare dal fisioterapista per recuperare gli scompensi muscolari e terminare il lavoro, ma oggi so che la mia gamba può reggere 10 km.
Oggi sono felice.





giovedì 4 agosto 2011

...manca poco

E' un po' che manco su questo blog, troppe cose e troppi pensieri in questi lunghi giorni, ma stasera ... beh stasera guardavo, mentre Ale (la Pat) sgambettava a destra ed a manca, con un mio infinitesimo aiuto, la valigia che si stava riempiendo delle nostre umili cose da portare in Svezia.
Guardavo la valigia e pensavo che alla fine sto vedendo ed assistendo piano piano ad un miracolo che si sta materializzando davanti ai miei occhi.
18 aprile 2011 - 13 agosto 2011 meno di 4 mesi e sto mettendo, seriamente, le cose per correre nella valigia che partirà - e forse anche arriverà - nella città di Stoccolma dove il sottoscritto, a meno di 4 mesi dall'intervento, proverà seriamente e concretamente a percorrere questi 10 km.
é un miracolo, un sogno, spero di riuscire a non deludere nessuno, in prima battuta me stesso, e di riuscire a farcela.

Ci vediamo a Sttocolma.