Biscottino è il nome che mi sono dato da fotografo, con questo nome corro coi Podisti da Marte. Andrea è il nome che porto nella vita, vita che con me è stata gentile mi ha dato amaro e dolce, luci ed ombre, amore ed odio.

domenica 18 dicembre 2011

Che splendido week end

Che meraviglia, oggi s'è terminato un week end splendido che mi ha regalato emozioni a non finire e mi ha insegnato un sacco di cose.
Ieri abbiamo vissuto, intensamente, la disabilità, ne abbiamo appreso alcuni aspetti sconosciuti. Oggi invece abbiamo visto la forza dell'amore, l'amore quello vero, l'amore di una mamma, speciale secondo me, verso il suo bambino, unico, bellissimo, speciale.
Tutto è iniziato con una marcia podistica non competitiva alla quale abbiamo partecipato, scopo, divertirci e correre per la prima parte di quei 50 minuti che mi spettavano come compito a casa della domenica. Ci siamo ritrovati in piazza Castello, ma pensa che stranezza, e li abbiamo iniziato la corsa lunga più o meno cinque chilometri. Abbiamo corso a ritmo libero, lento, piacevole, riuscivamo a parlare ed a scherzare. Poi l'ultimo pezzo, la mitica via Dante, teatro degli allunghi dei podisti da Marte. Oggi invece, questa bellissima via, vestita a festa per Natale, ha visto una grossa frenata dei podisti da Marte, tutti ci siamo fermati, tacitamente, senza nessun premeditazione, ad aspettare Simona, la Regina delle nevi, con il suo splendido Nick. L'abbiamo attesa e le siamo anche andati incontro, l'abbiamo vista arrivare ed insieme abbiamo corso quella via, incitando ed inneggiando a Nick, Nick era li, davanti a noi, e primo fra tutti stava andando veloce verso il gommone dell'arrivo. 
Oggi ho imparato che quell'amore smisurato mi ha regalato il più emozionante e commovente arrivo.
Sono fiero di essere immeritatamente circondato da persone splendide, con sentimenti veri e così alti ideali. Sono un uomo fortunato.
Dopo aver vissuto tutto questo oggi e tutto ciò che vi ho già raccontato ieri, non posso non andare con la mente ai miei week end di 3 anni or sono, quando erano dominati dalla noia e l'unica cosa che mi rendeva felice era poter lavorare in modo da non subire l'odiata TV.
Quei tempi sono passati e restano solo ricordi per me, oggi ho la fortuna di poter riempire i miei week end con persone che portano solo amore e solidarietà.
Che bello vivere queste emozioni con la donna che amo.

Sono un uomo fortunato.

sabato 17 dicembre 2011

Nidondolo

Che giornata oggi, giornata dalle forti emozioni. Questa giornata è iniziata, purtroppo, con la notizia butta della morte di un mio amico nella notte, proprio ricoverato da novembre in quell'ospedale che mi avrebbe visto presente per una bellissima evenienza poche ore dopo. Celestino, nella notte ci ha lasciato, ci vedevamo poco ultimamente, ma abbiamo condiviso per anni lo spazio angusto e stretto dello stesso piccolo ufficio fumoso di un anonimo palazzo di Telecom Italia. Che dire, la vita è così, terribile, ingiusta, senza pietà, ma bisogna accettare senza riserve il fatto che due sono gli eventi sicuri di una vita: la nascita e la morte.
La giornata però alla fine s'è indirizzata correttamente, la barca ha virato ed il vento, in poppa, ha finalmente gonfiato lo spinnaker della felicità e la gioia s'è impossessata di noi.
Eccoci finalmente, con gli amici, con i cari amici che condividono le mie gioie, ed a volte ascoltano i miei dolori, nella piazza del Niguarda, l'ospedale che ha ospitato Celestino per un po', dove abbiamo donato una meraviglia: un nidondolo o meglio un nidondolino. Fino a ieri non sapevo neppure che cosa fosse, ma anzi non ne conoscevo neppure l'esistenza. Così l'ho visto entrare, piccolo, semplice e colorato. Accattivante con i suoi colori sgargianti, proprio come un podista o meglio un runner, che con i colori sgargianti cerca di accattivare l'attenzione dei passanti. Eccolo il nidondolo: bello! 
Ho imparato anche che il nidondolo aiuta psicologicamente il piccolo malato dove può giocare autonomo e rafforzare il suo io. 
Oggi mi hanno insegnato che spesso ci fermiamo a vedere la superficie della disabilità, non andiamo in profondità. Oggi ho imparato che disabilità vuol dire, non solo, sofferenza fisica, ma anche psicologica e che gli aiuti ad accettare la disabilità devono essere erogati sotto tutti questi aspetti.
Il personale del reparto di unità spinale ci ha donato un pranzo - buonissimo - ma immeritato, perché noi, alla fine, facciamo, nel pieno della nostra normalità, azioni che ci divertono e che siamo ben felici di farle. 
I mille grazie ricevuti oggi mi hanno convinto che ad ogni missione siamo un pochino migliori di quanto lo fossimo prima e che un piccolo tassello di bontà e conoscenza si impadronisce di noi e non ci lascerà più per tutta la vita.
Accidenti! che strano, sono qui a dire ancora grazie a questo gruppo stupendo di persone, ma mi rendo anche conto che nella missione, così come nella posa, i veri protagonisti non siamo noi "Podisti da Marte", ma sono le persone che aiutiamo.
Quanto vale un sorriso? 
Un sorriso non ha prezzo, beh oggi per quanto mi riguarda vorrei regalare questi sorrisi al mio amico Celestino. 

venerdì 16 dicembre 2011

Missione numero 32 Archè. Compiuta

Il governo della bandana ci ha lasciato, ora è il tempo del governo del rigore. L'Italia è in recessione. La crisi economica-finanziaria sta soffocando l'Europa. L'Euro sarà ben presto soppiantato dal Bosso.

Queste sono le notizia, più o meno, che leggiamo ogni giorno sul giornale. Ogni giorno la stampa nazionale sta cercando di inculcarci nella testa che tutto sta andando male, e forse sarà vero, ma allora perché ieri sera ho assistito ad un altro miracolo (e questa volta senza la bandana). Perché ieri sera alle 19.00, nonostante il freddo, la nebbiolina e la recessione, un gruppo di valorosi si è comunque riunito nei pressi di P.zza Castello, storico luogo, ed ha corso a passo libero per circa 6 km al grido di guerra "auguri e buon Natale", perché ho visto tanti sorrisi. La risposta non la so, credo che la risposta stia nei nostri cuori, che quella emozione l'abbiamo vissuta, credo anche che sia necessaria una ribellione forte al senso di pessimismo e di tristezza che da ogni lato ci vogliono far trasparire. Credo che sia bello trovarsi tra amici, uomini e donne vere, sorridere, chiacchierare, socializzare lasciando a casa per almeno un ora al mese i palmari, gli AIPAD, gli AIFON e tutte le altre diavolerie, scoprire che è più bello baciare un amico con affetto che pigiare il bottone mi piace.
Poi oggi ho rivisto le immagini, ho guardato questa marea di persone che invadevano l'austera capitale economica d'Italia, la fredda Milano. 
Ho letto che sono stati ricavati, in quell'ora, oltre 1600 euro di donazione che vanno a bimbi meno fortunati di noi.
Potevo stare a casa, al caldo, a giocare con il PC e a spargere mi piace su FEISBUC, invece, ho scelto di esserci, di appartenere a questo piccolo miracolo, di vedere gli amici, di vedere seri professionisti correre vestiti da alberi e correndo, ho visto anche lei Maria "Laura Amisangeles" che telefonava placida e tranquilla all'arcangelo Gabriele comunicando che finalmente Paolo è nato, così potrà far compagnia a Luca.
Grazie amici miei, avete cambiato la mia vita ed oggi sono un filo più felice di ieri.

giovedì 15 dicembre 2011

Arrivederci ...

Ciao Tonino, non ci conoscevamo personalmente, io apprezzavo la tua arte, tu apprezzavi i miei scatti.

Abbiamo riso e scherzato per email e sui forum di fotografia. 
Ho sofferto la tua assenza ed ora soffro ancor di più sapendo che la tua gioia non tornerà, almeno su questo mondo. 

Sono sicuro che un giorno ci incontreremo e potremo finalmente scattare qualche foto assieme, per ora mi manchi e voglio ricordarti così, sorridente e protratto alla vita.

Buon viaggio.

mercoledì 7 dicembre 2011

Stasera niente corsa

Ci sono giornate che iniziano male, altre iniziano bene, alcune, invece, iniziano strane. Quella di oggi è iniziata strana. Premetto per tutti gli amici corridori che leggeranno che non parlerò di corsa, ma non parlerò neppure del mio ginocchio - ormai in secondo piano, come accade per tutte le notizie o le cose del mondo - e non parlerò neppure di centimetri da recuperare sui quadricipiti.
Insomma, oggi è cominciata strana. E' iniziata come capita a volte con dei pensieri che volano, che appaiono e "spaiono" nella mente come accade per le nubi nel cielo. 
Stamattina mi sono svegliato ed ho realizzato che nella giornata di domani farò il rogito della mia casa in Vigevano, o forse sarebbe meglio dire la mia mezza casa, nella giornata di domani anche l'ultimo tassello, l'ultimo rinvio verrà superato, domani la mia vita prenderà totalmente un nuovo corso e tutto ciò che è stato, o che mi legava alla mia precedente vita, non sarà più nel mio libro dei cespiti. 
La mia mente allora, portata dal vento dei miei pensieri, mi ha riportato al quel 9 ottobre del 2009, che ormai sembra lontanissimo, ed a come le piccole cose possono cambiare, per sempre, una vita. Quel giorno un piccolo gesto ha svegliato un sentimento che rimaneva nascosto e ha permesso il realizzarsi di un sogno, coccolato ed accudito nelle profondità siderali - dove si tengono i segreti inconfessabili - del mio cuore.
E' facile leggendo pensare che nella profondità del mio cuore ci fosse lasciare mia moglie, ma così non era. Nella profondità del mio cuore c'era la possibilità di avere una compagna nella vita che vivesse ogni giorno assieme a te.
Pensavo ancora a quel piccolo gesto, un bacino, e quante cose ha innescato quel bacino. Pensavo alla Festa's house e alle notti passate da solo tra le mura e le giornate passate con lei. Pensavo anche ai giorni difficili di sofferenza e di dubbi, anche se un dubbio non ha mai adombrato la mia mente, mai ho dubitato di non amarla.
Oggi è stata la giornata così, affogata nei bei ricordi di quel lontano 9 ottobre e agli eventi veloci che si sono susseguiti dopo. Ho ricordato la nostra prima nevicata, osservata da quella strada dove oggi parcheggiamo l'auto. 
Verso la fine dell'anno è solito per noi esseri umani fare il consuntivo di un anno che è passato e avere i propositi ed i desideri per l'anno che arriverà: io farei la firma subito per avere un 2012 bello come il 2011.
Insomma tra questi mille e mai più mille pensieri, alla fine, resta vivo il pensiero del ricordo. Resta vivo il pensiero che sono un ometto fortunato. 
Stasera cenavo con amici e la casualità ha fatto si che si parlasse un po' della nostra separazione partendo dalla constatazione di quanto questa sia costosa. Alla fine, anche in quello sono stato fortunato, grazie a due genitori indescrivibili pur avendoci rimesso molto - alcune cose sono perse per sempre - ho la fortuna di ritrovarmi nelle stesse condizioni economiche precedenti alla separazione, di vivere in una casa piccola e calda, accogliente e fatta a mia(nostra) misura ed immagine.
Stasera, al rientro dalla cena, volevo esercitarmi sui nodi doppi inglesi, invece, ho sentito il bisogno di raccontare questa giornata così, di fermarmi, di guardare con gli occhi la bellissima donna che amo e di guardare con il cuore l'amore che provo per lei. L'effetto di questa visione è perfettamente allineato alla giornata, la visione è strana, con gli occhi vedo una donna bellissima, che mi ama e che gioca in mutande con l'iPhone, mentre con il cuore vedo sempre una donna bellissima, vedo l'amore che provo per lei che accresce ogni giorno, ma non vedo la fine di questa rampa, non riesco ad immaginare un giorno della mia vita senza che io la ami un filo di più.
Ora vado a dormire, buonanotte a tutti voi.

domenica 27 novembre 2011

Paris, Île de France, (FR) - 29123

Ho preso spunto da un'idea di un amico, che ha messo come titolo del suo ultimo posto sul blog il numero di pettorale della sua prima mezza maratona tentata, i suoi primi forse 21 km.
Anch'io ho deciso di mettere nell'oggetto il numero del mio pettorale della mia forse prima maratona, dei miei forse 21 km, nel mio caso l'incertezza non è solamente una incertezza di tipo atletico, dove gambe, testa e fiato devono andare all'unisono per finire questa corsa, ma nel mio caso centrano anche difficoltà soggettive, dubbi e motivazioni.
Queste settimane sono state molto difficili per me, settimane dure, settimane dove un intero progetto di vita, che vedeva il suo goal proprio in questa mezza maratona è stato spazzato via nel tempo in cui una libellula batte un colpo di ali. In realtà, i segnali, perché questo progetto fallisse erano ben presenti da tempo, soltanto la mia ingenuità ed il mi ottimismo mi hanno fatto pensare per tutti questi messi che potesse concretizzarsi.
Io ho dei problemi, parecchi problemi, ma un problema su tutti mi assale fin dai tempi più remoti: è la sindrome di Calimero; io mi sento sempre ed ovunque inadeguato.
Mi sento inadeguato ogni giorno al lavoro, quando parlo con i miei amici, quando scrivo su questo blog. A volte mentre parlo, mi vedo sempre piccolo, bambino, che viene guardato e deriso dai suoi interlocutori, brutto vero? arrivare alla veneranda età di 44 anni sonati e vedere il mondo con gli occhi di un bambino, insicuro, inadeguato.
Questa cosa mi ha sempre accompagnato, con i suoi alti e bassi, come accade con tutto nella vita, ormai ci convivo da sempre.
La logica conseguenza di questa cosa è che il mio problema fa di me l'eterno perdente, l'eterno Paperino della mia vita reale. Io sono sempre dietro. 
I fatti duri della mia separazione, l'aggressività delle vicende giudiziarie ad essa legate, hanno ridotto leggermente la fase Calimero, ma alla fine, come il famoso divano di Fabrizio, essa torna. Piano piano noi torniamo sempre alle nostre origini, al nostro equilibrio.
Chi non si ricorda Fantozzi, ad ogni tentativo di ribellione tornava ad essere più "pecora" di prima. Se vogliamo citarla diversamente il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
Ho sempre pensato che una cosa che potesse tenere bassa la sindrome di Calimero fosse avere degli obiettivi, anche stupidi, che però sembrano importanti che ti galvanizzano, che ti fanno pensare di essere "grande" o per lo meno all'altezza degli altri.
Io ed Ale abbiamo 9 anni di differenza, classe 1967 per me, questi 9 anni, con il tempo, diventeranno un grande delta, non posso non pensare che quando avrò 50 anni lei avrò ancora meno dell'età che ho io oggi. Non potrò non pensare che arriveranno giorni che non potrò più fare con lei ciò che lei vorrà fare. 
Ale corre da tanto, ma mai aveva affrontato la distanza di 21 km, la mezza, avevano iniziato assieme a preparare la nostra mezza, la corsa che ci avrebbe unito, passo dopo passo, difficoltà dopo difficoltà. La grande incognita, io avrei potuto sorreggere lei e lei avrebbe sorretto me nei momenti di difficoltà. Uniti nella corsa come uniti nella vita.
Poi il 22 gennaio, il mio ginocchio, già non proprio sano di suo fa "clack" - quei clack malsani, quelli che preoccupano - e da li inizia il mio percorso per rimettere in sesto una gamba che non mi avrebbe portato molto lontano, sicuramente non avrebbe retto i ramponi o gli sci, ma non avrebbe retto neppure la corsa lunga su strada.
Nei giorni successivi, Ale mi comunica che avrebbe utilizzato il mio personal trainer per prepararsi più scientificamente alla corsa, per arrivare alla mezza maratona.
Da li cominciai a capire che il mio sogno stava piano piano per svanire. Avrei dovuto capire chiaramente il messaggio che stava arrivando, o meglio lo stavo capendo benissimo, ma per tutti questi mesi ho fatto finta di non sentirlo, non volevo sentirlo. Ero sicuro, così sicuro che la mia Ale mi avrebbe aspettato, che avrebbe voluto correre a Parigi, che avrebbe voluto me al suo fianco a sorreggerla passo dopo passo nell'avventura dei 21 km. 
In cuor mio lo speravo tanto. Sarebbe stata l'occasione di non essere l'eterno secondo, di non essere ancora una volta inadeguato, di non essere sorpassato, perdente. 
Certo si trattava di rimandare per un po', ma poi alla fine mi diceva sempre che l'esordio deve essere fatto in una bella corsa e non vedevo belle corse.
A fine dell'estate ha iniziato a raccontare che Cesano Boscone potrebbe essere una buona mezza per provare, vicina a casa, tranquilla.
Ciò che ormai da mesi sentivo andava rafforzandosi. Il cuore mi diceva "la farete assieme", la testa mi diceva "anche stavolta non ce la fai".
Per un qualche giorno pensavo di farcela: a Cesano Boscone la mezza non c'era più. Non avevo fatto i conti però con un'altra gara, che non era proprio sotto casa e forse neppure tranquilla, ma ormai la voglia dei 21 in Ale superava ogni cosa. Così un giorno mi dice che potremmo correre assieme l'Alpincup, io la 10 le la mezza.
In quel giorno già iniziai a perdere la voglia di "gare", iniziò un filo a darmi il vomito l'idea dello start, del percorso, del PB, del passo etc.
Peccato ritornare di colpo nel limbo dei secondi, in un cero qual modo - anche se il termine è troppo pesante - dei falliti. 
Arrivò Cesano. La fortuna giocò a mio favore quello giorno, grazie a un po' di naso chiuso e brutto tempo riuscii a evitare accuratamente la corsa, ormai l'idea di correre a fianco di Marinz e C non mi entusiasmava più. Poi venne l'Alpincup e come l'ho saltata è già stato descritto accuratamente in un mio precedente post.
Il giorno dell'Alpincup credo rimarrà dentro di me per tutta la mia vita, è stato il giorno in cui definitivamente il castello crollava, le mura e i barbacani non ressero all'impatto e la fortificazione, creata in me dalla certezza di correre con Ale la nostra prima mezza, si ruppe. Quel giorno avrei voluto non essere li, ma altrove, avrei voluto essere in qualunque altro posto del nostro pianeta. Quel giorno tutto andò male per me.
Mi sono dovuto alzare di buon'ora, accompagnare Ale sul "luogo del tradimento", salutare Peppe ed altri, avere la conferma di essere estraneo, persino Ale non s'è accorta della mia presenza sulla linea di partenza, ho dovuto attendere due ore, da solo al freddo, che la mia tragedia personale finisse. In aggiunta già a questo ho pure incrociato Ale e Peppe circa al 17esimo Km ed è stata una vera coltellata. Alla fine ho visto la gioia di Ale, ho visto l'abbraccio - sportivo - di felicità che ha dato a Peppe, mi si è spezzato il cuore.
Che pessimo ricordo che ho, e come odio quel maledetto parco Nord, sarà pure bellissimo, ma personalmente, credo, che non ci metterò più piede di mia spontanea volontà.
Ho assistito, così, alla fine delle mie speranze, del mio sogno.
Qualcuno leggendo i miei post mi disse "non puoi essere geloso di Peppe" ed infatti non lo sono, Peppe ha fatto quello che doveva fare, ero deluso da Ale. Alla fine, però, ripensandoci, anche Ale ha fatto quello che doveva fare. 
Ed io? bhè, io sto facendo i conti con me stesso, ma saprò fare quello che devo fare?
La sensazione che ho provato nei primi momenti è stato di tradimento, Ale aveva tradito le mie speranze, i miei sogni e questa cosa mi faceva molto, ma molto, male. Passata questa sensazione ho provato smarrimento, che poi è quello che provo ancora oggi. Provo lo smarrimento di chi ormai non sa più cosa condividere, che non sa più cosa fare. 
E' bello oggi poter scrivere in libertà, senza freni come se fosse una liberazione interiore, ciò che si prova. Oggi con Ale abbiamo parlato molto di questo fatto, oggi lei sa esattamente cosa ho provato e cosa provo ed io so, ma ho sempre saputo, cosa l'ha spinta a farlo.
In serata abbiamo acquistato i biglietti aerei e prenotato l'hotel per la mezza maratona di Parigi, io nella testa ho ancora molta confusione, alla fine questa mezza la dovrò correre (volente o nolente), ma cosa proverò sia durante il percorso sia al traguardo è una grande incognita. C'è molto tempo, il tempo cura ogni male ed ogni dolore, e ciò che proverò lo saprò solamente domenica 4 marzo, certo è che dovrò rivedere quel giorno in un ottica molto più egoista, se mi andrà di correre dovrò farlo per me e solo per me, così come la felicità di aver corso dovrà essere solo mia. 
Sicuramente so che avrò al mio fianco un pacer eccezionale, ma io non dovrò far altro che correre, non sarà più  l'avanzare passo dopo passo che mi immaginavo nella mia visione romantica di quella corsa e forse di tutte le corse. 
Per lei non ci sarà più l'incognita dietro ogni passo da condividere con me, i passi li ha già compiuti tutti uno in fila all'altro nel Parco Nord, ha scelto di condividere quelle incognite con Peppe.
E' chiaro che questo episodio non ha cambiato minimamente i sentimenti che provo per Ale, lei continua spesso a leggere i miei pensieri, ed è in sintonia con me. Io l'amo più di me stesso.
Ora, però, devo trovare il modo di uccidere Calimero, che si è molto rafforzato in me, mi sarà difficile trovare qualcosa di unico da condividere con Ale, che mi permetta di sentirmi forte ed adeguato. 
Questo è un momento difficile. 
Per ora ho fatto mio l'obiettivo di far crescere la mia gamba Sx e a questo mi sto dedicando al 100%, la cosa mi fa anche correre poco e, onestamente, non sono dispiaciuto di ciò.
Mi spiace di avervi tediato per l'ennesima volta con i miei problemi personali, ma io l'avevo detto all'inizio, queste righe sono per me lo sfogo, la possibilità di buttare parole, anche sconclusionate a volte, nel vento dell'oblio sapendo che poche persone lo leggeranno, perché alla fine i perdenti non piacciono a nessuno.

mercoledì 16 novembre 2011

Lunedì tornavo dal dentista, avevo ancora i postumi di una anestesia sui molari inferiori con conseguente paralisi del labbro inferiore, di metà lingua e anche sulla parte bassa del mento. Ero li tranquillo sulla metro che pensavo ai fatti miei, pensavo alla giornata di domenica, a dubbi, perplessità sul futuro quando entrano tre ragazzi, probabilmente varesotti, che guardati rappresentavano perfettamente lo stereotipo dei ragazzi moderni. Erano spocchiosi e razzisti iniziano ad intavolare una splendida discussione sui massimi sistemi: il governo Monti. Premettendo che non avevano alcuna conoscenza di diritto costituzionale così era una scemenza dietro l'altra, toccando gli innumerevoli temi caldi di questi giorni parlavano con assoluta tranuillità di indici di borsa e spread ( io non manco come si scrive ...) alla fine delicatamente sono arrivati a toccare il tema pensione decidendo che la cosa migliore da fare era rubare qualcosa per andare in galera così da farsi mantenere a spesedello Stato, ovviamente nel migliore stile erano altresì convinti che, una volta ripulite le patrie galere tramite una serie di esecuzioni mirate sui crimini più atroci (l'immigrazione clandestina per esempio), si dovesse mandare a lavorare i detenuti. Nella metro non ero l'unico interessato ascoltatore di queste perle di saggezza ma due ragazzi, a metà tra i disadattati sociali e i clochard, entrati portando una borse di plastica con dentro un registratore a cassette ed un monitor da 17 pollici a tubo catodico in braccio, stavano ascoltando schifati i discorsi leghisti di questi ragazzi. Ad un certo punto il più anziano dei due ed anche il più mingherlino, ha esordito chiedendo se fossero mai stati in galera per sapere così bene come si stava. Il ragazzo leader del gruppo, quello che sentenziava ed inanellava una perla di saggezza dietro l'altra, dopo un po' di tentennamenti e vista l'insistenza del suo inquisitore si decide a rispondere, ovviamente, in modo negativo. Allora il clochard, lasciando tutti, ma proprio tutti, a bocca aperta comunicò con una semplicità ed un candore al ragazzo che lui in galera c'era stato, che la galera è terribile, che spesso ti ritrovi a fare cose che sono inenarrabili, confessando con ancor più candore - e qui uso le sue parole che credo siano eloquenti - "io in galera l'ho preso nel culo e non mi è piaciuto, ma ho dovuto farlo e mi sono ammalato, ora cerco di sopravvivere fino a che una morte terribile mi porterà via".
Nel vagone scese un silenzio ed un imbarazzo innaturale per una corsa all'ora dell'uscita delle scuole. I ragazzi appena iniziata la frase sorrisero, ma poi si resero conto della affermazione terribile.
Ora, io non sono convinto che a quella età si possa comprendere fino in fondo, complice l'effetto branco la lezione di onestà che questo povero uomo, nella sua semplicità, ha impartito a questi piccoli spocchiosi di provincia (con tutto il rispetto per la provincia, dove ci sono nato e cresciuto per oltre 40 anni), ma so solo che molte persone uscendo dal vagone lo hanno salutato, altre gli hanno stretto la mano ed altre ancora abbracciato.
Tutto questo è accaduto nella città di Milano, incredibile città di Milano, così fredda, così asciutta ma anche miracolosa.
Per una volta sono stato felice che il dentista abbia torturato la mia bocca più del dovuto.

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domenica 13 novembre 2011

Bello, ma ...

Oggi il mio blog, come accade ormai da tempo, non ha più molti lettori, pochi leggono e pochi scrivono. D'altro canto anch'io ho ormai poco da dire. Questo fenomeno avviene anche su facebook e probabilmente anche nella vita reale. Sono ormai subissato dagli eventi e dalle personalità. Lo fece notare anche Marinz sulla locandina della corsa di Cesano, nessuno cagò la mia foto ma tutti scrissero commenti alla foto di Ale. Lo stesso dicasi per le mie foto, mi sforzo di fare belle immagini, scatti curati per poter esprimente un minimo delle mie capacità, accorgendomi poi che la foto con "più mi piace", che ha attirato la maggiore attenzione è stata quella della mezza di Ale. Certo lei ha la capacità di stregare e di piacere alle persone, rappresenta la parte più bella, più viva e vincente. Ha sempre un bel sorriso e le persone si ricordano sempre di lei. Io invece rappresento l'esatto opposto.
Mi guardo e non mi piaccio, non ho un bel sorriso, non ho un bel fisico, sono scoppiato e le persone non si ricordano praticamente mai di me; "Marziani" che sabato mi salutavano al fianco di Ale, la domenica mi incrociano indifferenti quando lei sta correndo.
Quindi alla fine, non ho più nulla da dire, ma il brutto è che non ho più nulla da fare, non so cosa fare. Mi sarebbe piaciuto ... ma non sono riuscito (il filo conduttore della mia vita). Gli eventi non si dominano, si subiscono. Oggi ho subito un evento molto felice, ma anche personalmente molto triste.
Ora devo prendere una pausa di riflessione, importante, per scoprire se alla fine molte delle cose che sto facendo sono interessanti oppure no, se le sto facendo per me o sono solo lo specchio di una personalità ed una vita che non è mia.
Quindi le manifestazioni podistiche, chiamate anche gare, sono sospese, la mezza di Parigi è in forse e vedremo cosa porta il futuro nella mia vita. Ciò che so, è che sicuramente digerita la cosa, Ale avrà solo benefici nel correre da sola o tirata da Peppe. Ho visto oggi alla partenza, assorbita nel gruppo di corridori, veri, tanto da non accorgersi della mia presenza ed era ovvio che l'avrei raggiunta li. Ho visto oggi l'arrivo, l'abbraccio a Peppe e la sua immensa felicita per la persona che l'ha tirata in gara.  Con me al suo fianco non l'avrà, io posso accompagnarla, tenerle la borsa e vederla arrivare felice, ma questo è ciò che voglio? .
Anche il blog per un po' va in ritiro, perchè anch'esso, senza il suo titolare che lo alimenta non ha nulla da dire.
A presto, o forse a mai più, miei cari ed unici lettori. (ma 'ndo siete).
La mia gambetta soffre, soffre di debolezza e per non farla più soffrire ho deciso di smettere la fisioterapia, ormai divenuta inutile, in quanto l'articolazione è a posto, per dedicarmi ad una preparazione più specifica con il mio Personal Trainer - che ormai cura anche Ale e quindi ha molte più soddisfazioni. Il programma iniziato ha come obbiettivo recuperare i 4 cm mancanti in circa un mese di lavoro, inserendo anche del lavoro finalizzato all'atletica, anche se atletico non sono. Questo lavoro porta a poter correre una sola volta alla settimana e nono di più. Questo week end avevo un problema, certo non serio, ma comunque un piccolo quesito, come accade spesso nella vita, da risolvere. Sabato si correva la missione marziana ed oggi l'alpine cup. Ho fatto un po' di scena, atteggiandomi a divo, scrivendo su facebook del mio dilemma. Dilemma, però, che non era minimamente presente in me che già sapevo benissimo cosa fare. Ovviamente, come sapete, la mia decisione cadde sulla missione marziana. So che molti - quei due o tre - che leggeranno le mie parole non sono d'accordo, una gara è pur sempre una gara. C'è l'iscrizione, la partenza, l'arrivo, il pacco gara - che non ritirerò, in quanto è per chi corre non per chi non corre - insomma ci sarebbero tutti gli elementi per far si che l'alpine cup fosse la scelta giusta. Io invece senza alcun dubbio ho scelto la missione, non ho scelto la missione per "tutto quello che abbiamo fatto con 1 ora di corsa al mese bla bla", ma ho scelto la missione perchè è bello, essa racchiude tutto ciò che io desidero dalla vita, correre con gli amici, condividere dei momenti, correre con qualcuno che ami. Ho scelto la missione perchè ho corso con voi ed ho corso con Ale. L'alpine cup non mi avrebbe dato nulla di tutto ciò, avrei corso da solo, tutti impegnati in distanze per me irraggiungibili, tutti a parlare di fatiche del 17 km etc etc, sarei stato - come lo sono oggi che non ho corso - solitario. Poi la missione mi ha permesso di correre con Ale, sapere di averla li a fianco a me, comunque, sapere di condividere qull'ora, che ha portato si al raggiungimento di un obiettivo comune, ma che è stato fatto correndo con la persona che ami. La persona che aspetti se è più lenta a fare un nodo, che aiuti se si dovesse trovare in difficoltà, alla quale indicare l'appiglio migliore sullo stretto, ripido e faticoso sentiero di montagna così come sul medesimo sentiero della vita. Alla fine, per me, esserci stato alla missione è stata una grande gioia, l'alpine cup, tornerà forse, ma perchè io corra devono esserci tutti i presupposti per farlo, sarò supponente ed altezzoso? Può darsi. L'alpine cup sarà la prima mezza maratona di Ale e di questo ne sono fiero e felice, ma...

domenica 9 ottobre 2011

Oggi è il giorno della consapevolezza

Oggi sono stato a casa, ho atteso Ale che tornasse dall'arrancabirra, una corsetta passeggiata difficoltosa nella Val d'Aosta, ho visto il dislivello di quota, la velocità con cui è stata percorsa e mi sono reso conto di una cosa, o forse l'ho sempre saputa ma non volevo ammetterlo, che è inutile, non riuscirò mai e poi mai a star dietro. Sarei scoppiato nell'arrancabirra, scoppio nella corsa. Io che atleta non sono mai stato, è ora che la smetta di prendermi in giro atleta non diventerò.
Vedo le foto radiose, divertite, di un mondo che non mi appartiene, ma qual'è il mondo che mi appartiene?
Ora diventa la parte difficile. Rendersi conto che si è forestieri, stranieri; come cambiare tutto ciò?

Sono sinceramente confuso e silenziosamente spaventato.

martedì 4 ottobre 2011

Tra poco pirati o forse no

DJTEN, una corsa a Milano, una corsa che non evoca alcuna emozione se non la propria dell'aver corso, ma la domenica grazie ad un pugno di persone è diventata speciale. Alle 19.00 circa abbiamo festeggiato, con una festa a sorpresa il compleanno del Cap. Cosi. Abbiamo anche scoperto che fortunatamente lo sbarco in Normadia a sorpresa non è stato organizzato dai Marziani :-)
Una serata splendida, a casa della splendida Popi con tanti e tanti amici, mancava il portabandiera e la mancanza creava un certo vuoto. Una serata divertente, spumeggiante. Un grazie a tutti i miei amici.

Però e c'è un però, perché questo titolo ? Semplice in questi giorni è in discussione in Parlamento, che poco parla e poco ascolta, un DDL sulle intercettazioni telefoniche, che come tutti gli italiani sanno è sicuramente uno dei principali problemi dell'Italia, sicuramente più della borsa che crolla, del potere di acquisto degli stipendi sempre decrescente, della contrazione dei consumi data dall'aumento dell'IVA, dallo spread, dai BOT, dai BTP, dal fatto che il debito pubblico sale con una velocità impressionante, che il Paese è ingessato, che la FIAT lascia confindustria e butta al cesso un secolo di legislazione sul lavoro coi plausi del governo e la latente complicità dei sindacati... grazie, come dicevo, a questo DDL importantissimo, presto non si riuscirà più a mantenere un blog o un sito di opinioni.
Copio, forse per l'ultima volta da Wikipedia Italia il testo del comma 29 del DDL

Il Disegno di legge - Norme in materia di intercettazioni telefoniche etc., p. 24, alla lettera a) recita:


«Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.»

Peccato che questo paese ormai morto sia inerte senza più la capacità di indignarsi e di reagire per proteggere la cosa più sacra di una democrazia la libertà di opinione e di indipendenza segno ormai della morte celebrale del paziente Italia.

Già che sono in vena di citazioni ne riporto un'altra


Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
Articolo 27


«Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici.


Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.»

Peccato! L'Italia di Mazzini, l'Italia della Resistenza è ormai svanita e tradita.


domenica 25 settembre 2011

Stralugano 2011

Dopo Stoccolma abbiamo fissato come appuntamento ufficiale la Stralugano di 10 Km. Oggi finalmente la corsa. Il tutto era iniziato decisamente male: nella serata di domenica mi cade il MAC nuovo, che nonostante il suo guscio robusto rimane seriamente danneggiato, poi nove nuvole all'orizzonte per motivi personali, che non riguardano minimamente la Pat, questi pensieri mi tolgono il sonno e la notte passa con decisamente poche ore di sonno nel contasonno. Alla fine alle 5.03 AM suona la sveglia, ormai è fatta, si parte per la Svizzera, l'ordinata a precisa Svizzera. Già subito i primi preparativi ci indicano che siamo in ritardo per recuperare Rita, bene, penso, la mattina inizia con la stessa stella della sera. Recuperiamo Rita e facciamo rotta su Lugano, il TOM TOM, che il Dio della CPU lo strafulmini ci fa entrare in Svizzera da una frontiera secondaria - ancora chiusa - e ci fa prendere una strada panoramica per Mendrisio, strada tutta sui monti con tanto di cerbiatti. Amen! penso, ho comprato il TOMTOM "romantic pleasure", strada chiusa si va un po' a caso e finalmente Mendrisio e poi Lugano. Parcheggiamo senza problemi e senza problemi riusciamo ad espletare tutte le formalità, navetta, pettorali, deposito borse. Nel mentre una forte acidità di stomaco inizia ad assalirmi ed inizio a pensare che non sarà una giornata facile.
Andiamo a fare colazione, e dopo la colazione inizia a raddrizzarsi un po'. Troviamo Ylenia e il gruppo Marziano aumenta. Io sono l'anziano in mezzo alle "belle gnocche" come direbbe il nostro mitico Compa.

Finalmente la corsa inizia e mi lascio alle spalle le spighe del giorno prima, lo stomaco va bene e inizio a  correre, corro bene, la gamba va bene, il ginocchio risponde bene. Vediamo, però, purtroppo che Ylenia deve abbandonare per un forte dolore al ginocchio Sx la salutiamo. Ale decide di correre piano piano con me e così al piccolo trotto, ma costanti iniziamo la nostra 10 Km.
La corsa va bene, riesco anche a scambiare battute con Ale e questo è un buon segno, indice che, nonostante il poco allenamento riesco ancora a correre.
Questa corsa mi ha fatto pensare a due cose.
la prima è che 10 Km per molti non sono nulla, molti neppure escono di casa per correre 10 Km, oggi per me sono, invece, stati tutto. 10 Km dopo mesi di "non corsa" è stato un traguardo importante, segno di aver lavorato bene sul ginocchio, segno di esserci nonostante tutto.
La secondo è un sentimento personale, stupido e piccolo. Io nella mia vita sono stato solamente una volta a Lugano. Sono andato nel 1982 a Lugano con mio papà ad acquistare un farmaco dal nome strano: "Mustargen". Ricordo bene quella "gita", ricordavo benissimo la scacchiera sul lungo lago, la cittadina, la polenta a Chiasso; non ricordavo, invece, il nome della farmacia. Farmacia Vittoria, mi ha detto mio papà al telefono non appena l'ho chiamato dopo la corsa. Ho subito guardato il tracciato e ho visto che ci siamo passati davanti. Il Mustargen era per me, ed avrebbe segnato di lì a breve l'inizio della mia chemioterapia. Oggi posso guardare a Lugano con occhi diversi, oggi è stata una bellissima giornata, ho corso 10 Km nella città dove ricordi dolci ed amari, la bellezza di essere solo con mio papà in una gita e l'amaro del futuro che mi attendeva, si miscelavano in un mix strano, oggi il mix è più dolce e vincente, oggi ho corso a Lugano.
Ah dimenticavo ho corso il 1:09:37,4 conseguendo il 390esimo posto della categoria 10-M40. Lento, ma oggi non avrei potuto dare di più. Oggi sono felice. Oggi Ale ha corso con me e tutto questo non ha prezzo.

Grazie Ale! Grazie Podisti da Marte.





lunedì 19 settembre 2011

Missione numero 29 LILT. Compiuta

Sabato suona la sveglia, non è un sabato qualunque, è il sabato della missione marziana numero 29, la mia prima missione marziana post infortunio, ma soprattutto la prima missione marziana dopo le ferie.
Per me è una mattina "complicata", bisogna svegliarsi, passare a recuperare nel box la "pappa" per l'orso travestito da cane che ci aspetterà nella ridente località di Sologno, nonostante tutto riusciamo ad essere puntuali in piazza Castello.
Arriviamo in piazza e troviamo già una nutrita, seppur piccola, folla. Runner, amici; gli amici di tante sgambate, ma anche persone nuove mai viste. Vediamo i volontari della LILT, uomini e donne a cui bisogna togliersi il cappello, mostrare rispetto per il lavoro che compiono per sostenere, veramente, le ONLUS.
Guardando in giro la mente mi riporta subito in appuntamenti molto importanti della mia infanzia e adolescenza, la mente mi porta subito al primo giorno di scuola. L'atmosfera è molto simile, ci si guarda in giro cercando gli amici più cari, ci si saluta tutti, si parla delle vacanze e dei progetti futuri, di un nuovo anno che inizierà. Nella ricerca, ovviamente, trovo anch'io gli amici più cari, tutti mi fanno immeritatamente i complimenti per Stoccolma, mi chiedono del ginocchio e si parlotta. Sono felice, felice di essere nuovamente in pista, di poter nuovamente correre, correre con i marziani, correre per una ONLUS. Sarò sincero, e molti inorridiranno per questo, ma mi piace immensamente di più correre qui, coi miei amici durante le marzianate che durante le gare blasonate ed ufficiali. Preferisco correre qui dove conta la solidarietà ed il sorriso, che dove contano tempi e sponsor. Abbiamo conosciuto anche Federico Tarantola, che con le sue due belle medaglie ci ha fatto rivivere le emozioni di aver sostenuto Special Olympics e ci ha fatto essere fieri per la sua impresa, questa è l'impresa che va invidiata e lui è l'uomo con cui dobbiamo congratularci. Bravo Taranto Bolt !!

Trovo anche Annarita Briganti, finalmente in strada con le scarpette ed il costume da bagno sexy che, finalmente, corre. Che gioia!

Alla fine, nonostante il mio pessimismo, alla fine questi chilometri passano e passano in fretta, le mie pulsazioni salgono, ma questo è lo scotto da pagare dopo un infortunio pesante, la condizione di forma diventa pessima e nel mio caso che atleta non lo sono mai stato la condizione di forma diventa pietosa.
La sera, ovviamente, tutti ad aspettare le foto, foto di questa marea umana gialla che per un giorno invade con la sua gioia la fredda, ed anche un po' anonima Milano, presto arrivano le foto di Capasso, Rita, Dominique e tanti altri e quindi ci si ferma davanti allo schermo a guardare gli scatti, a cercarsi e a cercare gli amici.
La festa, almeno per me, è ricominciata. Sono felice.


P.S. in questa missione abbiamo anche festeggiato un matrimonio di una copia di perfetti sconosciuti ai quali faccio i miei migliori auguri, sperando che l'onda gialla resti almeno un po' nei loro ricordi .

martedì 16 agosto 2011

Midnattsloppet 2011 Stoccolma

Il 18 gennaio di quest'anno eravamo tranquillamente seduti sul nostro divano quando dalle pagine di facebook un nostra amica polacca, Hanna, scrive di una corsa fantastica che si svolge di notte in una meravigliosa città: Stoccolma. Hanna, che parla molto bene l'italiano, scrive "Chi viene alla Midnattsalcazzo?" Realizziamo in un attimo che la corsa è in una città meravigliosa, che sono 10 km perfetti per il nostro programma che doveva portarci alla prima mezza maratona e senza esitare alle 22:12 del 18 gennaio eravamo iscritti. Pettorale numero 14064 per me e 14065 per Ale. Pronti e felici per aver compiuto in meno di 15 minuti una follia, iscriversi ad una dieci chilometri notturna a Stoccolma.
La serata è passata euforica, con messaggi di varie persone su facebook, chi viene, chi forse viene, chi non viene e persone da convincere, ma noi avevamo già fissi negli occhi il PDF che ci permetterà di partecipare alla Midnattsloppet del 2011.
Che serata, euforie su euforie, la corsa a Stoccolma, studi per la preparazione alla mezza e per il sabato SCI, per me un grande ritorno e per Ale la prima volta. Ricordo che l'emozione la gioia e l'euforia vibravano nell'aria nuova della nostra casetta.
Arrivò il 22, una giornata bellissima anche se fredda, qualche esitazione data dalla ruggine, ma poi i gesti, imparati da bambino, ritornavano naturali e così passava una bellissima giornata sulla neve, divertente come non accadeva da anni, intensa come tutte le mie giornate che quando divido la mia vita con Ale. In serata però il patatrac, caduta stupida e il menisco laterale si ricorda di essere messo nel ginocchio e risponde all'appello lesionandosi. La lesione del menisco aggiunta alla totale mancanza del legamento crociato portano al mio stop forzato in attesa di un intervento.  Però quella gara, alla quale mi ero iscritto pochi giorni prima, risuonava nella testa. Il mio viaggio a Stoccolma la mia 10 km a Stoccolma, quella corsa podistica che sembrava bellissima non potevano sfuggire in così poco tempo, per colpa di una stupida caduta.
Fatto sta che il 18 aprile, esattamente, 3 mesi dopo, ero alla Clinica Humanitas per l'intervento essendo però riuscito a correre sia la Stramilanina con i miei nipoti, sia la mia tappa alla MCM, sia la RUN530 di Milano, una parte dei desideri si era avverata, ma quella corsa al Nord, al freddo, nella città di Stoccolma risuonava ancora nella testa, ma vedevo anche cosa era accaduto alla mia gamba. Il 18 aprile 2011 la mia gamba non si alzava dal letto, era bendata con un tubo nella rotula e, sinceramente, la corsa si stava allontanando dai miei pensieri. nei giorni e nei mesi precedenti all'intervento credevo fosse semplice, un taglio e un po' di riabilitazione e tutto tornava come prima, ma ci sono voluti i giorni ed i mesi a seguire l'intervento per farmi capire che le mie valutazioni, sebbene reali, non erano propriamente attinenti alla realtà.
Però, accidenti, quella corsa a Stoccolma, l'avevo li sul gozzo, non mi andava giù di perdere l'occasione di correre questa corsa. Ho trovato un medico, un bravo medico, Santo Praticò (detto anche "su bene giù bene") che mi ha ascoltato, ha capito ed ha iniziato a sognare con me per ogni istante e per ogni giorno. Guardava i miei progressi e alimentava il sogno, i giorni passavano il ginocchio si stabilizzava e così nell'ultimo test del 28 luglio decidiamo che si può fare, che si può pensare di correre l'intera corsa. 
L'8 agosto mi imbarco sull'aereo che mi porterà in quel di Stoccolma, per visitare - anzi rivisitare - la città e per correre.
Il 13 trovo i miei amici marziani, Peppe coi suoi amici sardi, Hanna (la madrina dell'evento), Francesco e
Andrea; pranziamo e al mio fianco, a sostenermi, la splendida Ale.
Finalmente arriva l'ora alle 21 appuntamento allo stadio con i Marziani, saluti baci, li troviamo anche Popi, Simona "la regina delle nevi" e un ragazzo del quale non ricordo il nome amico di Hanna e Francesco.
Si vede la folla, una marea di persone con la maglietta arancione, una marea a gente che dovrà correre questi 10 km. Iniziano le mie prime preoccupazioni.
Salutiamo tutti e ci prepariamo ad andare nello stadio per depositare un borsino con dentro una felpa ed un paio di pantaloni per il dopo corsa. Peppe mi saluta e mi promette di esserci quando arriverò al traguardo, ma io sicuramente penso "se arriverò".
Entriamo nello stadio, posto dove lasciare le sacche, e veniamo accolti da un freddo devastante in un primo momento ci chiediamo se ci fosse l'aria condizionata ed il perché, ma ci accorgiamo che lo stadio è un campo di hockey su ghiaccio e la nostra borsa è finita dritta dritta sul campo gelato :) curioso luogo per mettere le borse.
Andiamo al nostro scaglione 4B, tempo previsto tra i 55 ed i 59 minuti, guardo la fascia e mi viene da sorridere, questo tempo per me non solo è irraggiungibile, ma addirittura inizio a pensare seriamente che non finirò la corsa.
Troviamo un posto tranquillo per il riscaldamento, il ginocchio Sx è diesel e deve essere scaldato bene prima di iniziare, tant'è che ai primi passi di corsa zoppico abbastanza vistosamente. Stretching, esercizi di stabilizzazione e finalmente iniziano i primi passi sciolti. Inizio a pensare che almeno 1 km dovrei riuscire a farlo.
Abbiamo deciso di correre con bandiera marziana (immeritatamente, almeno per me che di sicuro non ero un gran rappresentante) e con cappello vichingo in testa. Francesco aveva i fiori e ognuno di noi ne ha preso qualcuno da distribuire. In onore del Compa ho atteso una gran gnocca per distribuire il primo mazzolino, appena prima della partenza regalo il mazzolino ad una signora - piuttosto attempata - che mi ringrazia e mi guarda con uno sguardo amabile di chi vede in quel gesto ed in quel piccolo mazzo di fiori una cosa imponente. 
Inizia la corsa, siamo nella gabbia, attendiamo di partire. Sul palco un gruppo di ballerini ci fa danzare a ritmo di musica per aiutare e terminare il riscaldamento, la partenza viene suggellata da fiamme, insomma, una vera potenza. 
Iniziamo, il ritmo studiato con Santo per riuscire a terminare i 10 km è lento, molto lento, 7,20 - 7,40 min/km questo permette di non mettere a dura prova l'articolazione e la mia soglia aerobica che in questi mesi di inattività s'è abbassata ancor più di quanto già non fosse bassa. Inizio a correre facendomi trasportare dal Garmin e facendo attenzione a non superare quel ritmo, ottimo, corro bene, non zoppico e la gamba non mi fa male; riesco anche a conversare. BENE!
La corsa avanza e la corsa è una festa, un tripudio di gioia. Circondati da una folla Svedese che ci incita, noi, i Viking, siamo adorati, ragazzine (citando Andrea Persico "CHE RAGAZZINE) impazziscono, chiedono il 5, urlano. 
I km passano per i primi 5 tutto bene, nessun problema, ma dal quinto, purtroppo, la curva altimetrica non è più piatta e cominciano i problemi. La mia gamba, in questi mesi, è stata programmata per correre sul piano e lo scompenso muscolare sul quadricipite è ancora abbondante. Le prime salite sono dure, ma le discese ancor di più, nella discesa il muscolo debole deve evitare di andare sul legamento (che almeno adesso c'è) ma essendo debole non riesce ad impedirlo sempre e la discesa è dolorosa. Decido allora, nell'economia della gara e dell'articolazione, di camminare sulle salite impegnative e sulle discese. 
Non nego che in generale c'è ancora molta paura, paura di compromettere nuovamente il ginocchio e paura di passare - involontariamente - i limiti, insomma, paura di farsi male. Questa era la prima volta in assoluto che miei piedi ritoccavano l'asfalto, dal 15 aprile non ho mai più corso sull'asfalto.
Nei tratti camminati sentivo ancor di più la presenza della gente, gente di Svezia, che ama lo sport e che vede nella corsa un momento di festa e di gioia collettivo. 
In aggiunta alla già precaria, ed onestamente, difficile situazione durante le giornate precedenti un paio di scarpe da passeggio, che uso da 2 anni almeno, mi hanno procurato una vescica enorme intradita sul piede destro che dal 7 km ha iniziato a fare veramente male, problemi si sommano a problemi. :)
Alla fine mi porto a casa questi 10 km, riuscendo a vedere nel percorso scenari bellissimi. Sono anche riuscito a godermi le ballerine brasiliane (poi ballerine, ballerini ... la cosa è sempre dubbia) che ballavano la samba. 
Taglio il traguardo tenuto per mano dalla mia Ale. Piccola chicca finale sul traguardo uno speaker attende ed intervista a caso, attirato anche lui dalla bandiera decide di intervistare i Viking. Così tutto il pubblico al traguardo scoprono che i Viking sono italiani, non vengono da Marte, sono innamorati d questa corsa e sicuramente saranno nuovamente a Stoccolma per le prossime edizioni.
Penso ad Ale che si è penalizzata per correre con me, non nego che sono felice di averla avuta al mio fianco, mi spiace solo che avrebbe potuto correre questi 10 km con una buona performance. Ritiro la medaglia, molto bella, bevo, prendo una banana (per mangiarla, con le ballerine brasiliane in giro va precisato) e trovo Peppe che pur avendo concluso con un tempone ha mantenuto la promessa e mi ha aspettato, abbracciarlo è stato bellissimo, non avrei mai pensato di poter tornare a correre in meno di 4 mesi dall'intervento chirurgico. Sono felice! 
Alla fine guardo il Garmin e mi arriva conferma dal tempo ufficiale letto in hotel, i miei 10 sono passati in 1:23:12, un'eternità, tantissimo, ma per me un miracolo un vero miracolo. 
Questa non è la fine, oggi è il 16 e stasera dovrò tornare dal fisioterapista per recuperare gli scompensi muscolari e terminare il lavoro, ma oggi so che la mia gamba può reggere 10 km.
Oggi sono felice.





giovedì 4 agosto 2011

...manca poco

E' un po' che manco su questo blog, troppe cose e troppi pensieri in questi lunghi giorni, ma stasera ... beh stasera guardavo, mentre Ale (la Pat) sgambettava a destra ed a manca, con un mio infinitesimo aiuto, la valigia che si stava riempiendo delle nostre umili cose da portare in Svezia.
Guardavo la valigia e pensavo che alla fine sto vedendo ed assistendo piano piano ad un miracolo che si sta materializzando davanti ai miei occhi.
18 aprile 2011 - 13 agosto 2011 meno di 4 mesi e sto mettendo, seriamente, le cose per correre nella valigia che partirà - e forse anche arriverà - nella città di Stoccolma dove il sottoscritto, a meno di 4 mesi dall'intervento, proverà seriamente e concretamente a percorrere questi 10 km.
é un miracolo, un sogno, spero di riuscire a non deludere nessuno, in prima battuta me stesso, e di riuscire a farcela.

Ci vediamo a Sttocolma.

lunedì 11 luglio 2011

11 luglio 2011

TEST! questa era la parola che ha pervaso la mia giornata. Oggi, infatti, erano programmati i test di carico per verificare se il lavoro della fisioterapia stava producendo i risultati sperati.
I test consistono in tre fasi distinte: la visita, il test di soglia e il test isocinetico.
Oggi mi presento e assieme al medico si fa questa visita al ginocchio che consiste in vari arcani gesti - tra cui saltellare con due e con una gamba, camminare sui talloni e altre cose ancora - la misurazione della gamba indica che la sinistra ha preso 1,5 cm di circonferenza e la destra 1, che i polpacci sono cresciuti e i glutei ormai sembrano quelli marmorei di Pippa. Finita la visita, che constata 130 gradi di flessione, partiamo per il primo test: la soglia.
Il mio test di soglia consiste nel correre sul tapis una rampa: 3 minuti a 7 km/h, 3.5 minuti a 9 km/h, 3.5 minuti a 11 km/h e 4 minuti a 13 km/h, ad ogni incremento della soglia viene prelevata una goccia di sangue e misurata la concentrazione di acido lattico. Sono riuscito a fare 3 dei 4 step previsti arrivando per la prima volta a correre a 11 km/h sul tappeto e a farlo per più di un minuto.
Alla fine il test più duro, l'isocinetica. la macchina isocinetica è una specie si leg extension dove però la resistenza al movimento non avviene tramite dei pesi, ma tramite una forza applicata e calcolata da un computer in base alla spinta impressa dalla gamba, nel test di effettua il lavoro di resistenza e di potenza, prima sulla gamba sana e poi sulla matta.
Oggi ho fatto tutto, ho dato tutto e sono riuscito a superare i test, la forza nella gamba è sufficiente e lo scompenso con l'altra nei limiti.
Che accade ora? bhe semplice accade semplicemente che il programma varia portandomi allo step successivo che consiste nel recuperare forza in palestra ed iniziare il programma specifico per la cora sul campo in erba. Finalmente i miei piedini torneranno a correre su una superficie "vera" e non una superficie rarefatta come quella del tapis roullant. Vuol dire anche che il sogno potrebbe concretamente realizzarsi, vuol dire che inizio seriamente a pensare che potrei camminare con qualche corsetta l'intera corsa di Stoccolma del 13 agosto, la famosa MidNightSalcazzo - come l'ha chiamata la mia amica Hanna.
Questo era il sogno nascosto che covava dentro di me fin dal lontano 18 aprile, oggi il sogno inizia a fare capolino, anche se, il responso finale e totale lo avremo al prossimo test il 28 luglio.

mercoledì 29 giugno 2011

28 giugno 2011

Eccoci al 28 giugno, anche se sto scrivendo al 29, oggi è stata giornata dedicata alla forza, ormai i miei allenamenti fisioterapici si dividono in resistenza - di solito lunedì e giovedì - e forza - gli altri giorni - mentre il mercoledì riposo.

Oggi ho varcato il muro dei 30 minuti sul tapis roulant, con un complessivo di 5 minuti di corsa, effettuata con 5 sessioni da 1 minuto ciascuna.
Sinceramente non pensavo e speravo di riuscire a correre, sebbene per pochi minuti, su un'articolazione così fresca di intervento.

Alla prossima!

giovedì 23 giugno 2011

23 giugno 2011 - primi passi

Un giorno un canarino mi disse "Prova a correre, vedrai non ti dimenticherai mai, è come camminare, andare in bicicletta e sciare" io, all'epoca sorrisi pensando che è ovvio sono cose naturali.
Oggi, sono arrivato leggermente in ritardo alla mia sessione di fisioterapia, avevo appena salutato il mio amore vestita da runner di tutto punto: ai piedi le sue nimbus, i pantaloni da Robin Hood estivi e la maglietta cotta della 10tlon, quando entrando si è svolta la solita procedura Andrea (il mio terapista si chiama come me) mi guarda camminare e mi da un voto, vado a prendere l'acqua e aspetto la prima portata del mio lungo menu serale che mi porterà fino alle 21. Andrea mi guarda e mi dice "stasera corriamo", mi spedisce sulla bici dicendomi di fare i miei soliti 10 minutini di riscaldamento. Dopo lo stretching mi spedisce sul tapis roulant per la mia camminata veloce, la sequenza mi lascia un po' disorientato, di solito, dopo la prima sessione aerobica si passa alla isometria per i quadranti, glutei, flessori e polpacci, invece, stasera mi trovavo subito sul tappeto. Che succede mi stavo chiedendo e nel frattempo erano passati i primi 5 minuti quando arriva e dice "sei pronto?" pigiando il pulsantino della velocità che in breve tempo passa dai 6.5 km/h della mia passeggiata ai 7.5 km/h senza accorgermene e con stupore di Andrea stavo già correndo sul tapis, dopo qualche secondo la velocità è stata portata a 8.5 km/h.
Mi è venuto in mente allora quel canarino che mi disse "Prova a correre, vedrai non ti dimenticherai mai..." la gamba ha reagito benino alla sollecitazione della corsa, almeno per oggi, riuscendo a finire il programma tapis che prevedeva 1 minuto di corsa e 2 di recupero per 3 volte. Chiaramente la cartina di tornasole l'avremo domattina guardando la dimensione del ginocchio.
E così a 2 mesi e 4 giorni esatti dalla operazione ho corso per tre minuti, tre veloci, ma interminabili minuti. La gamba è stabile, molto stabile, ma nella corsa si percepisce tutto il vuoto muscolare che ancora aleggia sul mio quadricipite, seppur già molto sviluppato.
Oggi la mia giornata finisce qui, uscendo alle 9 da una terapia pesante, sempre più pesante, ma che mi rende felice appagando i miei sforzi per poter essere presto nuovamente con i miei amici. Ho voglia di rivederli e di corricchiare piano piano, come faccio io, durante le missioni, di risalutare la Donata, Il Peppe, Marinz, la Popi, Riccio, Lo scatenato (mio eroe), Brisk, Lamisangeles e tutti quanti, oggi so che ho mangiato qualche giorno all'attesa e che questo momento è sempre più vicino.
A presto !

lunedì 20 giugno 2011

Che bel week end

Nel week end sono andato a trovare i miei genitori, in Franciacorta, è stato bello come sempre ho passato un bellissimo week end con le persone che amo, ho visto mia sorella i suoi bambini ed ho lasciato dietro alle spalle per 2 giorni i problemi, il recupero il lavoro di merda, etc etc.

Però questi due giorni mi hanno insegnato alcune differenze tra le professioni, io lavoro nell'informatica sapendo bene quello che vorrei fare e non potendolo fare, aiuto le persone a mettersi in collegamento tra loro, a reperire informazioni ad accedere a siti a comprare oggetti. Io sposto i bit, prendo delle informazioni RAW, qualunque cosa ci sia dentro, e le sposto da un punto ad un altro del continente, mia sorella, invece, molto più semplicemente fa il medico. Già si vede la differenza, io devo sempre spiegare cosa faccio mentre a mia sorella basta dire MEDICO. Poi sabato siamo andati a pranzo, invitati dal proprietario del ristorante, in quanto mia sorella ed i suoi colleghi tempo fa avevano curato ed operato la loro nipotina. Ho visto la luce quando ne parlavano, ho visto la commozione nei ricordi, felici di quei giorni di paura. Ho capito ora che sono troppo vecchio cosa è davvero necessario e bello. Ho capito la grande differenza tra le professioni, mia sorella aiuta le persone e le persone sono felici, io non aiuto nessuno. E' stato bello vedere la bella bimba bionda zompettare felice per il ristorante, mostrarci tutti i suoi giocattoli e osservare i genitori mentre la guardavano affascinati. Mi sono commosso ed ho invidiato mia sorella che ne è stata l'artefice.

domenica 12 giugno 2011

Missione numero 27

Eccoci qui, ormai a qualche giorno dalla missione numero 27 caratterizzata da delle splendide stringhe rosse andate a ruba e dalla solita (anche se non ci si abitua mai) solidarietà e beneficenza.

Anche per questa missione io sono rimasto appiedato, appoggiato e seduto sul bordo, ipotetico, della fontana di piazza Castello.
Le mie condizioni generali non mi permettono ancora di correre sull'asfalto e per così tanti chilometri e - purtroppo - non me lo permetteranno ancora per tanto tempo.
Però è sempre bello rivedere e salutare gli amici a partire dal capitano Cosi (stesso nome di un caffè della Nespresso, chissà perchè ...), passando dallo scatenato, la magica e unica Laura, Hanna - la grande Hanna alla quale "il Dio dei piccoli pirla" ha dato simpatia, un sorriso strepitoso ed una forza "marziana" - lo Scatenato, Rita, Donata, Macis, Marino e tanti tanti altri comprese persone nuove e persone mai viste.
Tanti baci, tanti abbracci, fiorellini e cotillons poi la truppa dei runner's parte per il suo giro, i passaggi in centro, le batterie dei 100 metri, la sfilata a palazzo Marino (anche se ormai ha perso un po' il senso che aveva prima), il giro in Palazzo Reale e la Metro, insomma, le solite cose, il solito divertimento. 
C'è solo una differenza rispetto a quando ci sei, è che tutto ciò lo immagini e non lo vivi. Lo vivi di riflesso, lo vivi sui tuoi amici, ma non lo vivi su di te e lo capisci subito quando li vedi rientrare. Quando le persone rientrano da una corsa alla quale tu non puoi partecipare ti accorgi immediatamente che diventi un marziano, non nel senso di correre con i podisti da Marte, ma di essere di un altro pianeta, di non appartenere più a quelle persone che parlano di tutto ciò che tu non vivi, sei estraneo, isolato.
Ora la visita di venerdì ha dato i risultati sperati e le prospettive sono ottime, ottime per tornare a muovere i primi passi di corsa, riabilitare questa maledetta gamba a fare tutto ciò che deve fare: salire per le montagne, correre, reggere il peso di una moto, sciare, giocare a squash (male) o a tennis (peggio).
Ogni giorno è diverso, le sensazioni di ogni giorno sono differenti da quelle del giorno prima, l'unica soddisfazione, anche se un po' da genitore, è vedere Ale correre sempre più veloce e aumentare ogni giorno il suo livello aerobico. Io invece avrò tanto da recuperare, per iniziare la ciccia che si è depositata come ad un vecchio orso, poi il fiato che è sceso, poi il livello aerobico da recuperare e l'età con cui fare i conti. 
Io ho un sogno!

giovedì 9 giugno 2011

Piccoli passi

Eccomi qui il 9 giugno, stasera, i miei amici correranno bagnati nel centro di Milano io li saluterò e li vedrò partire con un po' di invidia. Sono però un pochino emozionato in quanto domani avrò la visita di controllo dal medico sportivo e potrebbe decidere di farmi fare i primi passi di corsa sul tapis roulant della palestra. Per ora riesco a camminare veloce e caricare sufficientemente il ginocchio sul piano, domani per scaramanzia mi presenterò con le Nimbus, mai più indossate e la maglietta marziana (Biscottino).
Com'è difficile il recupero, come avviene a piccoli passi ...

lunedì 23 maggio 2011

Missione numero 27

Giovedì 9 giugno, ore 19.30
 

Missione n.27 "Gran Prix - Road Runners Club Milano"
I marziani e il Road Runners Club Milano aderiscono alla campagna "Adotta un campione"
Porteremo Federico Tarantola alle Special Olympics di Atene 2011





COME PUOI AIUTARCI?
Acquista a 5 € i LACCI ROSSI di Special Olympics
WEAR THE LACES anche tu!!! guarda quanti campioni dello sport lo hanno già fatto.





Per qualsiasi informazione e per acquistare i lacci non esitate a chiedere a me oppure andate sul sito dei "Podisti da Marte".


Chi è Federico Tarantola: un piccolo grande atleta

Chi è l'atleta che porteremo alle Special Olympics di Atene 2011. Federico ha 28 anni e abita a Mortara (PV) La sua carriera sportiva è iniziata circa 15 anni fa, quasi per caso, con un allenamento mirato d'atletica leggera. Fa parte dell’AS “Altrosport Onlus”, della quale è Presidente sua madre Antonella, una vera superwoman. Federico ha iniziato a gareggiare con Special Olympics nel 1999 con i 400m, partecipando sia ai giochi regionali che nazionali. Per lui lo sport è stato una terapia ottimale, aiutandolo a risolvere gran parte dei problemi fisici, motori, d'equilibrio, di coordinazione, relazionali e mentali di cui è affetto. Ora partecipa a due campionati regionali e nazionali all'anno (estivi con l'atletica: 800 m. piani ed i 1500, invernali con lo sci alpino: slalom gigante, speciale, discesa libera). Dal 2004 si allena a Valtournenche (AO) col supporto del Club de Sky locale. Durante tutta la sua carriera sportiva Federico ha conquistato parecchi "chili" di medaglie, di tutti i metalli. La sua "peggiore" qualificazione è stato un 5° posto nello slalom speciale dello scorso anno. La sua passione per lo sport lo porta a provare le più svariate discipline. Ogni anno partecipa anche a manifestazioni di Triathlon Unificato, dove atleta diversamente abile ed atleta partner gareggiano insieme in prove sprint (50 m nuoto, 2000/3000 m. bici, 1000 m. corsa). Oltre ad allenarsi ed a gareggiare, Federico partecipa attivamente come assistente tecnico della rieducazione equestre, aiutando i bambini delle scuole elementari e medie di Vigevano e Mortara durante i loro esercizi. Anche questo è un traguardo molto importante raggiunto: non solo l'essere bravo ed apprezzato, ma anche il sentirsi utile gli ha dato una grande spinta in avanti nell'impegno per l'autonomia. Sabato 28 maggio, a Mortara (Palazzo Cambieri, ore 14.30), avrà luogo la conferenza stampa con la quale verrà presentata la partecipazione di Federico alle Special Olympics dove parteciperanno, oltre a Federico e sua madre, il Sindaco di Mortara (dott.Roberto Robecchi) e gli orgogliosi sponsor (i marziani con il Presidente Fabrizio Cosi). Consegneremo a Federico la maglia marziana e la divisa dei Road Runners.


domenica 22 maggio 2011

Perchè corro

Molti mi chiedono perchè corro. La risposta è subito data e uso il bollettino dei "Podisti da marte" che spiega meglio delle mie parole il perchè. Questo è un periodo in cui non posso mettere le gambe nella corsa, ma posso mettere il cuore nel sostenere chi è stato meno fortunato di me.

Ancora mille e poi mille grazie a chi ci ha sostenuto.


 

Missione n.26: compiuta!!! 4000 € a Pangea Onlus con & per Paolo Zucca

E anche questa è fatta!!! La missione n.26 era dedicata a Pangea Onlus, per la quale avevamo fissato un obiettivo di raccolta di 1.500 €. Risultato? i Podisti da Marte, insieme ai genitori e gli amici di Paolo Zucca (il maratoneta marziano morto per un malore alla fine della Maratona di Milano) hanno raccolto 4000 €. Grazie a questa donazione, 10 donne indiane potranno seguire un programma di alfabetizzazione ed educazione igienico-sanitaria, più un corso professionale per avviare una propria attività. E non basta:  21 bambine disabili di Calcutta avranno un anno di scuola, comprendente tasse scolastiche, divisa, libri, quaderni, penne, il trasporto e l’accompagnamento. THANK YOU MARZIANI è il messaggio che ci arriva dall'India. E' un grande onore per noi avere portato a termine questa missione.
 
 

mercoledì 18 maggio 2011

18 aprile - 18 maggio

Oggi è il 18 maggio e non posso non pensare che esattamente un mese fa ero nella stanza della clinica Humanitas con il legamento appena ricostruito, non posso non ricordare la siringa di morfina e la sensazione di avere nel letto la gamba di un'altra persona, quella gamba, che seppur mia, non riuscivo più né a muovere, né ad alzare. Oggi è passato un mese, un mese esatto e vedo il quadricipite ed il vastomediale che rispondono alle sollecitazioni e si gonfiano tanto quanto i corrispettivi della gamba destra. Non posso che gioire guardando la mia camminata, ancora insicura, senza stampelle sapendo che la strada sarà ancora lunga, ma sapendo anche che l'obiettivo finale resta riprendere al 100% le attività sportive e correre, anche se magari solo per un km o due, il 13 agosto a Stoccolma nella mitica Midnattsalcazzo (termine coniato dalla bella e dolce Hanna). Si procede per obiettivi, per ora quello di oggi è stato raggiunto: camminare con una stampella e cammino già senza. Il prossimo sarà per il 6 giugno: camminare senza stampelle al 100%. Da domani il menisco permetterà di lavorare sui carichi e quindi inizieremo il vero potenziamento.
L'unico vero dispiacere nella giornata di oggi è vedere la mia piccola Ale stare così male e non poter far nulla per vederla stare meglio. Però passerà, spero presto, e finalmente potrò rivedere il suo sorriso.

lunedì 9 maggio 2011

Infortunio e recupero

Infortunio, una parola che mette i brividi, per qualsiasi sportivo l'infortunio è veramente visto come il diavolo in persona, il peggio che può capitare.
Per chi come me che sportivo non è e che fa tutta un'altra cosa per vivere è un parola che fino a qualche tempo fa legavo solo all'infortunio sul lavoro ed alle numerose morti che affliggono questo Paese. 
In questi giorni, però, mi vedo protagonista, come ben sapete, proprio di un infortunio, un infortunio che ha portato ad un intervento abbastanza importante che necessita di una riabilitazione lunga e faticosa.
Le gambe il giorno dell'intervento
Fino al giorno prima dell'intervento pensavo che tutto si limitasse ad andare in ospedale, farsi squartare e soffrire un po'; oggi invece so bene che oltre all'aspetto medico e fisioterapico c'è anche un aspetto psicologico indubbiamente forte. Nel mio caso mi sono trovato completamente immobilizzato, dipendente da altre persone: Ale (detta la Pat) deve fare tutto in casa e fuori, suo papà mi porta ogni giorno a fisioterapia o al controllo medico, non posso spostare oggetti perchè le mani sono impegnate, non posso fare il letto perchè non riesco a spostarmi senza stampelle, insomma, per farla breve, mi sento veramente inutile ed un peso per tutti.
Oltre a ciò c'è un altro aspetto: il recupero. Il recupero è lento, ogni giorno si fanno progressi, ma sono lentissimi. Si gioisce perchè il ginocchio si flette oppure perchè si è sgonfiato un pochino, io il secondo giorno dopo l'intervento gioivo perchè ero riuscito ad alzare la gamba di ben 1 dito dal letto.
In questi frangenti non si riesce più a capire molto bene cosa volevi prima dell'intervento e iniziano a subentrare i dubbi sul futuro, sportivo ovviamente, dubbi che portano a pensare che quella montagna non la salirai mai, o che quei maledetti 21 km non li finirai mai. Si aggiunge anche il fatto che le persone che praticano il tuo sport non si fermano, non ti aspettano, li vedi migliorare giorno dopo giorno e inizi a pensare che sarai inadeguato, un peso.

Appena dopo la sala operatoria




La morfina, amica !



















Vorrei tanto che Ale potesse correre la sua mezza maratona, la potesse correre al ritmo per cui sta lavorando e che Alessandro si aspetta da lei, vorrei vederla sorridere come quel giorno sul lago maggiore.

lunedì 25 aprile 2011

25 aprile 2011

Pasquetta, in questo anno strano,  cade nella festa più importante della Repubblica: il 25 aprile.
Per tanti anni, da piccolo, non riuscivo a comprenderne a fondo il significato, poi piano piano, letture, studi e cazzeggi mi hanno insegnato il vero significato intrinseco di questa festa, festa che non deve appartenere alla sola cultura di sinistra, ma è un patrimonio comune della nostra Repubblica. L'Italia nella data convenzionale del 25 aprile del 1945 fu liberata dalla dittatura e dall'invasore tedesco.

W l'Italia!




mercoledì 20 aprile 2011

Rieccomi a casa.

Oggi 20 aprile 2011 mi trovo sul letto di casa, dopo la famigerata ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Il mio ricovero è avvenuto il 18 aprile alle ore 8.00 presso la clinica Humanitas a Rozzano, come tutte le esperienze della vita insegnano qualcosa.
La prima cosa importante che ho imparato è successa durante l'anestesia epidurale, dopo qualche minuto dalla iniezione ho iniziato a perdere completamente la sensibilità alle gambe, ero sdraiato nella saletta d'attesa, attaccato ai monitor con la pressione e tutto quanto e dovevo essere portato ancora in sala, subire un ulteriore passaggio dal lettino mobile, sul quale ero seduto, al lettino operatorio, questo passaggio è stato drammatico e così nei primi momenti dell'intervento, mentre sentivo laser tagliuzzare, musica d'antan alla radio e medici chiacchieroni sulle canzoni, pensavo a come in questo anno mi sono trovato a correre per sostenere onlus che aiutano persone meno fortunate di noi e li ho capito come il diventare paraplegici sia stroncare i sogni delle persone, perdere l'uso delle gambe è un handicap, un handicap importante, quanto non vedere, non sentire e altro. Non esistono handicap di serie A ed hancicap di serie B. La sensazione che ho provato è stata come essere tagliato a metà ed ho capito quanto dura e difficile sia la vita per i poveri ragazzi e le povere ragazze (uomini e donne) che non possono più camminare, anche se ho scoperto li, proprio in una sala operatoria, che il camminare - correre - è il sogno che manca, in realtà la privazione è molto più ampia.
Credo che questa, anche se una cazzata, sia stata per me una "splendida" scoperta una scoperta che avvalora ancora di più l'idea di essere, anche solo con una corsa, vicini alle persone che hanno delle difficoltà. Sono felice di aver trovato i "podisti da Marte" un gruppo di persone meravigliose che mi permettono, anche se sono una vera schiappa, di poter correre per qualcuno, corre per sostenere qualcuno meno fortunato di me.
Ho imparato anche di non essere da solo, di avere al mio fianco persone splendide, persone che mi sono state vicine in questi giorni e che il solo privilegio di conoscerle mi onora. Non voglio fare né nomi né cognomi, ma in tanti attraverso svariati metodi mi sono stati accanto. Vi voglio bene, avete manifestato per me sentimenti proprio nei momenti più difficili.
Ho tante persona da ringraziare in questo mento, Ale che è stata tutto il tempo con me fermandosi anche di notte a sostenermi e a vegliare su di me e sui mie "problemini" con la morfina. Roberto, il papà di Ale, che mi ha portato, ha portato Ale avanti e indietro, che mi ha aspettato oggi tutta la mattina; cose che si fanno per i figli non per gli estranei. Nilla, la mamma di Ale, che è salita, quasi perdendosi nei meandri dell'Humanitas, per salutarmi e portarmi la sua allegria fine, fatta di sguardi più che di parole, di gesti e di smorfie.
In ospedale ho passato due giorni dolorosi, ho scoperto un dolore forte focalizzato nelle ossa e di difficile gestione e sopportazione, ma è sempre stato chiaro davanti a me l'obiettivo: TORNARE!
Io voglio tornare, tornare a correre nelle missioni marziane, correre la semi de Paris, tornare sulle mie amate montagne, sui miei sci, insomma, voglio tornare ad essere ciò che sono.
Ho scoperto anche che grazie ad una opera devastante prima dell'intervento oggi riesco ad alzare di oltre 15cm in isometria una gamba operata due giorni fa, scoperto di avere cosce possenti e muscoli forti.
Anche il senso estetico è decisamente migliorato, ora ho la gamba sinistra completamente depilata, tranne un ciuffetto sulla caviglia, mentre nella gamba destra, all'altezza della coscia, un bel riquadro senza peli: che meraviglia!
Bhe grazie a tutti, che esperienza! Non dimenticatevi che tornerò e tornerò prima di quanto state sperando, purtroppo per voi non vi siete liberati di me.

Ah dimenticavo, venerdì mi raggiungeranno mamma e papà per passare tutti assieme la Pasqua, un altro sogno d'autore .
Mi spiace solo che la mia immobilità costringerà Ale a doversi sobbarcare molti mestieri di casa e non potrò certo esserle d'aiuto.