Biscottino è il nome che mi sono dato da fotografo, con questo nome corro coi Podisti da Marte. Andrea è il nome che porto nella vita, vita che con me è stata gentile mi ha dato amaro e dolce, luci ed ombre, amore ed odio.

mercoledì 25 gennaio 2012

Cortina - Dobbiaco

Il 16 giugno 1967 nascevo nell'ospedale civile di Vigevano, pesavo quattro chili ed un etto, stavo disteso nel letto nella classica posizione dei forzuti. In quei giorni, a mia insaputa, spezzai il cuore di mia mamma, che nei lunghi nove mesi ha "guagiato" (lavorato ai ferri n.d.r.), come dice lei, per preparare con tanta cura i vestitini e le scarpine che, però, erano piccole.
Nel 1978 me ne stavo tranquillamente appollaiato sul balcone della capanna Regina Margherita a 4559 metri sul livello del mare nel cuore del monte Rosa con mio papà, saliva all'epoca per la sua terza volta, guardando appoggiato ad un parapetto, ancora non completamente terminato, il versante svizzero della punta Gnifetti.
Nel 1982 i metri sul mare scesero di parecchio e stavo nel policlinico san Matteo nel reparto di ematologia e molti medici facendomi cose atroci cercavano di sconfiggere il linfoma che nel frattempo aveva gonfiato il mio collo. Da quell'anno iniziò il lento declino.
Nel 1985 trovavo "la morosa", come si dice dalle mie parti. Una brava ragazza, storia già poco romantica, ma io ero molto giovane e anche molto inesperto "di cose di donne".
Nel 1988 inizio a lavorare e ricordo ancora bene la prima busta paga, ritirata nell'ufficio della contabilità. Era una busta grigina sciita a macchina e contenente il mio primo stipendio. Che bellezza, dire oggi quella cifra farebbe ridere, ma quel milione e trecentomila lire avevano per me il significato dell'indipendenza.
Nel 1995 avevo già cambiato 3 aziende e completamente il mio lavoro e il sei maggio mi sono sposato, con quella ragazza conosciuta nel 1985, il mio stipendio era cresciuto, non troppo, e lavoravo in una grande azienda.
Fin qui, purtroppo, la malattia contratta nel 1982 aveva tagliato ogni mia velleità sportiva, non sciavo più, non salivo più montagne (che sofferenza, quante lacrime amare mi è costata questa lontananza con quei giganti di granito), non giocavo più a basket, non correvo. La pigrizia, che è la regina delle spirali negative, mi aveva portato all'ozio.
Nel 2009 avevo cambiato altre tre aziende e mi resi conto che la vita che stavo vivendo era percepita come la vita di un altro, io la guardavo dall'alto, guardavo quella persona sconosciuta ogni giorno e mi dicevo sottovoce "che vita di merda". Il 9 ottobre 2009 ho conosciuto l'amore, quello con non solo la A maiuscola ma con tutte le lettere maiuscole.
Nel 2009 decisi di mettere fine alla vita noiosa e monotona di quella persona sconosciuta che guardavo dall'alto, allungai la mano e ORRORE scoprii che quella persona ero io, ma non riuscivo a riconoscermi, non riuscivo a capacitarmene di come tutto ciò fosse potuto accadere. Presi il piumino e tolsi la polvere. Purtroppo la polvere era molto radicata e questa operazione costò molta fatica e molto lavoro (anche molta difficoltà e dolore).
Oggi guardo le mail che mi manda il mio general manager e scopro di essere iscritto nell'ordine: mezza maratona di Parigi, mezza maratona di Vigevano, Midnatsalcazzo 2012 (Midnattsloppet a Stoccolma) la scarpa d'oro, alla Cortina - Dobiaco 30 km.
Cosa sta succedendo, sto veramente andando incontro alla reale possibilità di correre per 21 km o anche di più. Tutto ciò è impensabile ed assurdo, per rivedere un Andrea pigro, sempre stanco, con la testa proiettata solo sul lavoro non devo guardare troppo lontano.
Oggi più di ieri capisco che la mia vita per tanti anni non mi è appartenuta e che io non ero me stesso, certo per alcuni anni sono stato obbligato dalla mia condizione fisica, ma se guardo le mie giornate tipiche sono schifato.
Oggi è il 25 gennaio, quest'anno sono sopravvissuto al 22 e penso alla mia prima 21 che sarà il 4 marzo, troppo poco il tempo che mi divide da quella corsa e troppo pippa sono io per finirla, ma ci si prova... l'importante, alla fine, è divertirsi sempre e come ci mostra la foto, le immagini parlano più di mille parole, c'è ancora della strada prima del bosco.
Ora vi saluto, vado a studiare il percorso della mezza maratona di Parigi per vedere se c'è un buon ristorante per strada dove potermi fermare a bere una birra e mangiare un uovo sodo. Certe volte mi sembro proprio Maigret. A presto amici miei e grazie per la vostra amicizia.

1 commento:

  1. Maigret ti fa un baffo :o)

    Grande Andrea gli obiettivi che ci poniamo ci portano a migliorare, giorno dopo giorno, la nostra vita... prima una 10, poi una 15, poi i faticossissimi 21 (io li farò il 25/3) (devo ancora fare la donazione, me ne stavo dimenticando) e un giorno magari ci troveremo insieme ad aver percorso i 42195 metri della maratona... chissà... sognare non costa nulla ed è sempre consentito :o)

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