Biscottino è il nome che mi sono dato da fotografo, con questo nome corro coi Podisti da Marte. Andrea è il nome che porto nella vita, vita che con me è stata gentile mi ha dato amaro e dolce, luci ed ombre, amore ed odio.

lunedì 9 maggio 2011

Infortunio e recupero

Infortunio, una parola che mette i brividi, per qualsiasi sportivo l'infortunio è veramente visto come il diavolo in persona, il peggio che può capitare.
Per chi come me che sportivo non è e che fa tutta un'altra cosa per vivere è un parola che fino a qualche tempo fa legavo solo all'infortunio sul lavoro ed alle numerose morti che affliggono questo Paese. 
In questi giorni, però, mi vedo protagonista, come ben sapete, proprio di un infortunio, un infortunio che ha portato ad un intervento abbastanza importante che necessita di una riabilitazione lunga e faticosa.
Le gambe il giorno dell'intervento
Fino al giorno prima dell'intervento pensavo che tutto si limitasse ad andare in ospedale, farsi squartare e soffrire un po'; oggi invece so bene che oltre all'aspetto medico e fisioterapico c'è anche un aspetto psicologico indubbiamente forte. Nel mio caso mi sono trovato completamente immobilizzato, dipendente da altre persone: Ale (detta la Pat) deve fare tutto in casa e fuori, suo papà mi porta ogni giorno a fisioterapia o al controllo medico, non posso spostare oggetti perchè le mani sono impegnate, non posso fare il letto perchè non riesco a spostarmi senza stampelle, insomma, per farla breve, mi sento veramente inutile ed un peso per tutti.
Oltre a ciò c'è un altro aspetto: il recupero. Il recupero è lento, ogni giorno si fanno progressi, ma sono lentissimi. Si gioisce perchè il ginocchio si flette oppure perchè si è sgonfiato un pochino, io il secondo giorno dopo l'intervento gioivo perchè ero riuscito ad alzare la gamba di ben 1 dito dal letto.
In questi frangenti non si riesce più a capire molto bene cosa volevi prima dell'intervento e iniziano a subentrare i dubbi sul futuro, sportivo ovviamente, dubbi che portano a pensare che quella montagna non la salirai mai, o che quei maledetti 21 km non li finirai mai. Si aggiunge anche il fatto che le persone che praticano il tuo sport non si fermano, non ti aspettano, li vedi migliorare giorno dopo giorno e inizi a pensare che sarai inadeguato, un peso.

Appena dopo la sala operatoria




La morfina, amica !



















Vorrei tanto che Ale potesse correre la sua mezza maratona, la potesse correre al ritmo per cui sta lavorando e che Alessandro si aspetta da lei, vorrei vederla sorridere come quel giorno sul lago maggiore.

2 commenti:

  1. ehi ma la bilancia segna 2.1 cioè 21 come i km della mezza maratona :)

    un segno che presto riuscirai a correrla... e magari ti faccio compagnia :P

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  2. Marino, per me sarebbe un onore averti al mio fianco per i 21.
    L'unico appunto non è una bilancia, ma il dosatore della morfina :P

    Ci vedremo presto.

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