Biscottino è il nome che mi sono dato da fotografo, con questo nome corro coi Podisti da Marte. Andrea è il nome che porto nella vita, vita che con me è stata gentile mi ha dato amaro e dolce, luci ed ombre, amore ed odio.

mercoledì 22 agosto 2012

Midnattsloppet 2012

Eccomi qui, manco decisamente da un po' di tempo, ma manco per cause di forza maggiore in questi giorni ho fatto molto, molto per il mio morale. 
Dapprima ho portato i miei genitori in Alta Pusteria tra le dolomiti di Sesto. Mi hanno chiesto circa 10 giorni prima della partenza se ci fosse stato un buco per loro nell'hotel, immediatamente sia io che Ale abbiamo avuto un sussulto, un sussulto che capita solamente nelle grandi occasioni, così ho immediatamente telefonato in hotel per riservare un'altra camera doppia con vista sulla splendida meridiana di Sesto: c'era!
Così pochi giorni dopo siamo passati a recuperarli, io non avevo ancora il tatuaggio sul polpaccio, caricati i bagagli in auto - difficile farli stare, la mia auto è piccola, e dovevamo metterci zaini, imbraghi, dispersori, bacchette (mai usate), scarponi (i miei taglia 46 !!), caschetti etc - si parte. 
Io ho ricordi delle vacanze con i miei genitori solo di quando ero bambino, loro dal 1982 non hanno più fatto una vacanza. Ero felice, felice perchè per una settimana uscivano dal loro piccolo mondo, lasciavano alle spalle casa e problemi e si ritrovavano in un hotel dove sarebbero stati serviti e riveriti per una settimana e poco più.
Li abbiamo portati a spasso ma ciò che per me è stato meraviglioso è stato portarli a vedere le tre cime di Lavaredo, saliti in auto, fatti due passi mio papà decide che vuole vedere il lato "bello" delle tre cime e così iniziamo a camminare verso il rifugio Locatelli. Decidiamo, ovviamente, di non proseguire fino al rifugio, ma di fermarci in una piccola sommità dalla quale si vedono le tre cime sul lato buono. 
Vedo mio papà guardare la montagna, non posso non pensare di colpo che quell'uomo - anziano - che guardava le montagne stupito è l'uomo che mi ha fatto amare la montagna. Mi portava da piccolo in Val Sesia in lungo ed in largo, mi ha insegnato il rispetto per quelle vette austere, mi accudiva e mi curava con lo sguardo e non solo. L'uomo che avevo davanti è mio papà. Io lo guardavo da sotto le mie lenti polarizzate e specchiate di blu, guardavo e una, o forse più, lacrime hanno solcato il mio viso. Sono stato felice, ho ritrovato mio papà in montagna, l'ho ritrovato proprio quando meno me lo aspettavo. Ho ritrovato la mia famiglia proprio quando meno me l'aspettavo.


Ritorniamo, dobbiamo recuperare mia mamma che si è fermata sulla selletta che doppia le tre cime, iniziamo a risalire e davanti a noi mio papà guida tutti con il suo passo spedito, non dimostra i suoi 78 anni, ma ce li ha. Così mi accorgo che questa volta sono io ad accudirlo e curarlo con lo sguardo (senza farmi accorgere) e non solo. Alla fine ritroviamo mia mamma, preoccupata, già immaginava di dover chiamare il soccorso alpino ed invece... noi siamo li sani, salvi e felici.


Sono giorni che non dimenticherò mai, giorni che da soli pagano una vita intera.
Dopo un po' di giorni io ed Ale decidiamo di salire al rifugio Gnifetti in Val Sesia, sarà per i ricordi appena riaccesi, sarà per la voglia di salire ben oltre quota 3000, sarà per rimettere i piedi sul ghiaccio dopo l'infortunio o sarà semplicemente per curiosità fatto sta che dalla Funifor a salire è un ricordo dietro l'altro vedo passare davanti a me la mia "nanitudine", ossia quando da nanetto salivo in lungo ed in largo per quelle montagne.



E così che emozione dopo emozione, ricordo dopo ricordo, arriva il momento di partire per Stoccolma. Questo viaggio per me è anomalo: io ed Ale non siamo soli. Con noi Rita, persona delicata e meravigliosa. Rita è stata una compagna di viaggio unica, perfetta. Già prima di partire avevo stima e simpatia per Rita, ma al ritorno questa è salita all'ennesima potenza. Ho passato dei giorni stupendi in una città meravigliosa che amo.
Poi è arrivato Peppe con i suoi baffetti da sparviero ed il fare da vero latin lover, che qui a Stoccolma piace.


Bhe poi è arrivata la corsa, che dire della corsa ... bhe è una corsa! non posso certo aspettarmi quello che avevo vissuto prima  :-)
Io non sono un gran corridore, non sono veloce e mi costa tanta fatica il gesto della corsa, quindi obbligatoriamente non ho tutto il relax che molti amici e conoscenti, così come Ale, hanno; quando corro non guardo in giro, non mi rilasso. Questa corsa è per me, però, unica, i chilometri volano e sono volati anche quest'anno nonostante la nausea ed il quasi vomito. 



Avrei potuto fare meglio? non lo so e onestamente non mi interessa. Quello che so è che mi sono divertito, nonostante tutto, e che i dieci chilometri sono passati in un attimo. Ecco l'unico appunto: magari metterei acqua un po' meno fredda ai ristori, ma alla fine chissenefrega! la Midnattsloppet è unica e molto probabilmente l'anno prossimo ci sarò ancora.







Arrivederci Stoccolma !!




4 commenti:

  1. che bello... hai vissuto con tuo padre qualcosa di simile a quello che mi ha emozionato lo scorso anno alla staffetta di Milano: ho corso con lui l'ultima tappa con il nodo in gola. Lui che mi ha insegnato ad amare lo sport era lì, a 81 anni, insieme a me e ai miei fratelli a faticare con gioia per lo sport che amo tanto. E anch'io lo guardavo con apprensione come una madre guarda il figlio... e all'arrivo ho pianto.

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  2. Grande Andrea... leggerti mi porta sempre emozione!!!
    Non mi sembra che ci sia altro da aggiungere alla descrizione di questa meravigliosa e splendida vacanza per te!!!
    Un sorriso :)

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  3. Grazie Biscottino per averci ancora una volta aperto il tuo cuore.

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  4. Racconto molto umano, quindi anche Marziano :-) Bellissimo , grazie.
    Mi avete fatto venire una voglia di fare anch'io la Midnattsloppet nell'amata Stoccolma! Chissà mai...(certificato permettendo...)

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