A me è successo questo, dover constatare come in pochissimo tempo un'amica che era lontana, una conoscente, una persona a cui volevo bene sia diventata in poco tempo la persona che condivide con me l'intera vita. Condivide le gioie ed i dolori. La persona che amo con tutto il cuore e che mi ha fatto riappropriare della mia vita. Oggi però, in un gennaio del 2011, osservo anche - con meno felicità nel cuore - che nel lontano gennaio del 1985 nasceva una storia, un amore. Lei ha condiviso con me molte cose, ha compiuto assieme a me tanta strada. Abbiamo passato momenti bellissimi ed indimenticabili, altri pessimi. Siamo stati per moltissimo tempo complici, complici nella vita, poi la strada cominciava - per me - a non essere più così chiara e semplice. Le nostre strade hanno iniziato a dividersi e proprio come in un bivio a V si allontanavano piano piano e noi ci trovavamo giorno dopo giorno un pochino più distanti del giorno prima.
Non recrimino nulla, non rimpiango nulla e non mi vergogno di nulla, nonostante quello che dicano molte persone, anche a me vicine.
Alla fine mi sono ritrovato in un anonimo giorno di gennaio del 2011 a sentire "sciolta" l'unione civile matrimoniale in una squallida sentenza presidenziale in un tribunale di provincia.
Guardavo lei, piccola e magra, quasi sperduta in quello studio, la guardavo con il suo sguardo perso. La guardavo mentre tutta la sua vita, vita che ha pianificato da sempre, stava confermando il suo crollo. In quei momenti facevo fatica a vedere la persona che mi ha "fatto dannare" per oltre un anno, che mi ha trattato malissimo e ha condizionato l'intera mia vita in coppia. La guardavo, mentre silenziosa firmava l'istanza e pensavo ai tanti momenti importanti, ma anche ai molti, troppi, momenti NO. Pensavo a quanto non sia stata capace di "assecondarmi" nella crescita, a capirmi e starmi vicina, ma, riflettevo anche, su quanto anch'io non sia stato capace di farlo e a quanto ho dato per scontato nel nostro rapporto, scontato che ha portato piano piano ad una inesorabile rottura.
Poi sono ritornato, solo, a casa, in quella che è diventata la mia casa a Cesano Boscone e da solo in casa ho sentito subito la mancanza della mia Ale, della persona che riempie ogni istante della mia vita, che mi ha fatto rinascere e rivivere. Qui, da solo, ancora una volta ho compreso che IO non sono più me stesso, che non sono più l'IO precedente e che la mia "vita passata" (come dice spesso di se Ale) non esiste più e, soprattutto, non mi appartiene più.
Qui sempre solo, pensavo a quanto ancora io voglia bene alla persona che assieme a me a condiviso oltre la metà della mia vita attuale, certo un bene differente, non più amore passionale e spassionato, non più complicità. Capisco bene che nonostante il male dell'ultimo anno che ho ricevuto, ma ad onor del vero ho anche distribuito, il mio sentimento di amicizia sincera è forte.
Io capisco bene i miei sentimenti, capisco e conosco benissimo cosa è accaduto dentro di me e per questo motivo sono riuscito a sopportare così tanto dolore, a sopportare distacchi forti.
Oggi ho chiesto la cittadinanza a Cesano Boscone, mi sarà difficile immaginare la mia vita non più a Vigevano e mi farà strano, per un po', scrivere residente a Cesano Boscone.
Addio Paola.
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